Il Papa pronto a scegliere: come può cambiare la Chiesa italiana

Ed è in base a questi indizi e a questi cambiamenti effettuati e richiesti dal pontefice argentino alla chiesa italiana, che è possibile provare a riflettere su alcuni che circolano negli ambienti ecclesiastici. Quello del cardinal Matteo Maria Zuppi, per esempio, arcivescovo di Bologna ed ecclesiastico proveniente dalla Comunità di Sant’Egidio, è un nome “sussurratissimo”. Ma i bene informati non escludono che Zuppi possa essere il “candidato” di una larga parte del collegio cardinalizio al prossimo conclave. Se davvero si stesse ragionando su Zuppi quale prossimo pontefice, allora sarebbe complesso ipotizzare che i vescovi italiani lo possano proporre a Bergoglio come guida della Cei. Esistono poi altri profili che vengono spesso riportati dalle cronache. Uno è l’arcivescovo di Siena, il cardinale Augusto Paolo Lojudice. Un altro nome è quello di monsignor Erio Castellucci, arcivescovo-abate di Modena, che però non è cardinale (Bergoglio, in caso, lo creerebbe). Qualcuno parla del cardinale vicario Angelo De Donatis. Ma si fanno anche i nomi di Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e monsignor Domenico Battaglia, che è l’arcivescovo metropolita di Napoli. Anche in questi ultimi due casi Bergoglio dovrebbe in caso optare per la creazione, visto che nell’intervista ha parlato di preferenze verso un cardinale. Per la Chiesa italiana non resta che attendere: la scelta può essere indicativa dei vari percorsi intrapresi non solo dai vescovi del Belpaese, ma anche della Chiesa pensata da Francesco. Anche per il suo futuro.

IL GIORNALE


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