Covid e varianti Omicron, perché ci si reinfetta anche due o tre volte? Ecco chi è più a rischio e come difendersi

Giampiero Maggio

La diffusione della variante Omicron ha cambiato le carte in tavola sul fronte della diffusione della pandemia. «È meno virulenta delle precedenti forme del virus – spiega il primario dell’Amedeo di Savoia di Torino Giovanni Di Perri – ma come ormai abbiamo visto ha una capacità di contagio molto importante». Non solo: chi ha contratto il Covid può reinfettarsi un’altra o più volte. Lo dicono anche i recenti dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità che dimostrano come la diffusione dei casi di reinfezione sia in aumento.
Dal 24 agosto 2021 al 11 maggio 2022 sono stati segnalati 438.726 casi di reinfezione, pari al 3,6% del totale dei casi notificati. Nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi segnalati risulta pari a 5,8%, in aumento alla settimana precedente (il cui valore era 5%).
Chi rischia di più
L’ultimo report pubblicato dall’Iss sottolinea anche un’altra serie di fattori e fa l’identikit di chi rischia di più di reinfettarsi. Il periodo preso in considerazione va dal giugno del 2021 (dati considerati di riferimento all’inizio della diffusione della variante Omicron) ad oggi. Ecco chi rischia di più: le persone con prima diagnosi di Covid avvenuta ad una distanza di 210 giorni dalla prima diagnosi; quelli che la malattia è stata contratta tra 90 e i 210 giorni precedenti. Poi: i non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni; sono più a rischio i soggetti di sesso femminile. Il motivo, secondo  nelle femmine rispetto ai maschi.
Perché di più le donne e le fasce di età più a ruschio
Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità sono le donne quelle che si reinfettano di più. Scuole, strutture sanitarie e ambiti famigliari (in particolare chi fa il lavoro di badante) i luoghi in cui è più facile contrarre il virus anche per una maggiore facilità di screening. Le fasce di età più a rischio: dai 12 ai 49 anni e dai 50 ai 59 anni.
Perché ci si reinfetta e il ruolo di varianti e sottovarianti
Il vaccino fa certamente la sua parte. Nel senso che limita i casi di infezione. «Si sa che ci si può ammalare anche se si è vaccinati – spiegano gli esperti – ma con conseguenza minori rispetto a chi non lo è». Le varianti e le sottovarianti, in particolare Omicron 4 e 5 hanno un ruolo fondamentale: anche nei casi di reinfezione. «La famiglia Omicron (comprese sottovarianti) è una variante molto contagiosa con un Rt pari a quello del morbillo (16/18)» dice Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma. Con queste premesse è chiaro che è più facile reinfettarsi. La diffusione di Omicron 1 e Omicron 2 in Italia e in Europa, sta portando però «a una sorta di immunità naturale che potrebbe fare da scudo e rendere vita difficile alle nuove sottovarianti BA.4 e 5 che invece stanno imperversando in Sudafrica pesando per il 75% sui contagi» dice Ciccozzi. In Sudafrica, inoltre, spiega Ciccozzi, le due sottovarianti 4 e 5 «sembrerebbero spinte da una loro mutazione importante, la F486V che sembra essere implicata nell’eludere gli effetti e quindi favorire i contagi». Sul fattore reinfezioni “chi ha preso la Omicron 1 può reinfettarsi con la Omicron 2 ma poi non può contagiarsi di nuovo con la 1» chiosa l’esperto.

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