Draghi: «Non possiamo fermarci». Il pranzo tra Giorgetti e Di Maio

Il ministro dello Sviluppo e quello degli Esteri, che avevano lavorato per far eleggere Draghi al Quirinale, si sono confrontati sull’inquietudine della maggioranza e sulla situazione interna dei rispettivi partiti. Con un occhio (anzi due) sulle manovre al centro. Emilio Carelli, ex del M5S ora in Coraggio Italia, si è detto «pronto a lavorare con Di Maio e Giorgetti per la nascita di un polo di centro». Tutto si muove, tutti si muovono. Uno degli interrogativi a cui i due ministri hanno cercato risposta è quali piani abbiano Salvini e Conte, che si sono molto riavvicinati. A Chigi sperano che il segretario della Lega non uscirà dal governo, non adesso almeno. E anche se la fibrillazione è destinata ad aumentare, perché a giugno tante città del Nord vanno al voto e Salvini teme la concorrenza di Meloni, un esponente del governo che ha parlato con Draghi lo ha trovato tranquillo: «Chi può intestarsi una crisi al buio facendo cadere il politico più popolare dopo Mattarella?».

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