Azzolina: “Questi soldi ci servono per aprire nuove sedi e crescere sul territorio”

Federico Capurso

«Ho pianto a dirotto per un giorno e mezzo», confessa Lucia Azzolina nel suo libro “La Vita insegna”, ricordando il momento in cui le dissero che non sarebbe stata riconfermata ministra dell’Istruzione nel governo Draghi. «Avevo lavorato tanto, magari commettendo qualche errore, ma sempre in emergenza, e mi resi conto che non avrei raccolto quanto avevo seminato». Per lei si è aperta così «una stagione nuova», da deputata, in un Movimento che sotto la guida di Giuseppe Conte sta tentando una metamorfosi. L’ultima svolta è arrivata con la volontà di attingere al fondo del 2×1000: «Un passo necessario deciso dagli iscritti – dice Azzolina -, perché il M5S ha bisogno di darsi una struttura e radicarsi nei territori. E quei territori chiedono risorse per aprire sedi e lanciare iniziative».

Il Movimento si sta trasformando in partito?

«Tre esperienze di governo non potevano fare sì che il M5S restasse quello delle origini. La cosa fondamentale è mantenere le restituzioni di una parte dei nostri stipendi, perché una politica un po’ più sobria è utile. Per me possiamo chiamarci partito, movimento o quello che si vuole, ma il punto è cosa siamo e quali idee abbiamo».

Quali sono le idee del Movimento di Conte?

«Siamo in un asse progressista. Dobbiamo parlare del ruolo delle donne, di salario minimo e di lotta all’evasione fiscale, di ambiente e di disuguaglianze. Quello che mi interessa è sapere come ci distingueremo dal Pd».

Non vi state distinguendo abbastanza?

«Il M5S è un cantiere in corso. Si sta dotando adesso di organi e strutture, ma sono fiduciosa che possa avere una identità sua. Abbiamo praterie davanti».

Nella partita del Quirinale sta crescendo il fronte di chi vuole Draghi a palazzo Chigi fino al 2023. Sposa questa linea?

«Assolutamente sì. Draghi è stato dipinto come l’uomo che avrebbe salvato l’Italia risolvendo il problema della pandemia e gestendo i fondi del Pnrr: entrambe le partite sono ancora apertissime».

Il capodelegazione M5S, Stefano Patuanelli, sostiene l’ipotesi di una donna come prossimo Capo dello Stato.

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