Salvini ferma l’offensiva e si raccomanda con i suoi: “Niente voci fuori dal coro”

FRANCESCO OLIVO

ROMA. Mattina di lotta e pomeriggio di governo. L’attacco di Matteo Salvini sulla delega fiscale partito martedì è proseguito ieri, salvo poi arrestarsi. La riforma del catasto «è una patrimoniale», accusa il leader leghista sventolando il documento approvato dal Consiglio dei ministri al quale i leghisti non hanno partecipato. Qualche ora prima la Lega aveva aperto un nuovo fronte, la riapertura delle discoteche al 35%: «Una presa in giro senza senso». L’incidente di martedì, però, non significa l’uscita della Lega dal governo, «vadano via Letta e Conte», dice Salvini liquidando il tema. «Matteo rispetta gli accordi con Mattarella»,confida Gianmarco Centinaio, sottosegretario leghista.

Poco dopo il presidente del Consiglio ribadisce il suo impegno: «Non si aumentano le tasse e non c’è una patrimoniale». Un messaggio, non nuovo, che a Salvini basta per poter fermare l’offensiva, anche perché il premier annuncia un incontro con il leader leghista per i prossimi giorni. «Basta togliere due punti dal testo e ci siamo», dice Salvini arrivato in Senato, improvvisamente conciliante (voterà sì, alla Nadef). Negli altri partiti della maggioranza sono tutti d’accordo nel dire che Salvini con la mossa di disertare il Cdm abbia tentato di mascherare il risultato elettorale, cercando di tornare ai temi classici. Altra questione urgente da risolvere è quella interna. La sfida ai ministri per far vedere chi comanda è vinta, almeno per il momento, e ieri il segretario ha chiamato a raccolta il partito: «Basta voci fuori dal coro, queste sbavature ci hanno fatto perdere consensi sui territori», ha fatto sapere Salvini, non solo alla cosiddetta ala governista, ma a tutto il movimento. Basta interviste in libertà, («allegre» le ha definite Giorgia Meloni) e contestazioni alla linea. Un messaggio che ha prodotto un risultato immediato: i governatori si sono stretti attorno al leader sul tema delle tasse, attraverso una nota. Un appoggio non scontato, visti gli scontri delle ultime settimane. In cambio il segretario avrebbe rassicurato sulla volontà di restare al governo, «anche perché se esce, se ne va l’80% dei parlamentari», dice l’ex deputato Gianluca Pini.

Se Salvini spera di aver placato, almeno per qualche giorno, la dialettica interna (oggi videoconferenza con i coordinatori regionali), esplode la polemica nella coalizione. In particolare, la tensione è molto alta con Forza Italia. Il partito di Berlusconi ha fatto una battaglia sul fisco e non sopporta l’accusa, per giunta di un alleato, di voler alzare le tasse: «Non avremmo mai approvato un inasprimento della pressione fiscale sulle case», dice Mariastella Gelmini, ministra per gli Affari regionali.

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