AstraZeneca, bufera per le dosi nascoste in Italia: “La metà andrà all’Ue”

Luca Monticelli

Una nuova bufera si abbatte su AstraZeneca. Come svelato ieri da La Stampa, oltre 29 milioni di dosi del vaccino dell’azienda anglo-svedese sono state stipate nello stabilimento Catalent ad Anagni, in provincia di Frosinone. Fiale già pronte per essere iniettate che la casa farmaceutica, secondo fonti europee, puntava a spedire nel Regno Unito e non nei Paesi dell’Unione, nonostante i ritardi nelle consegne concordate con Bruxelles. Il braccio di ferro tra Europa e Gran Bretagna però potrebbe risolversi con un accordo vantaggioso per tutti sulle forniture. Proprio con il varo della stretta all’export dei vaccini, sembra avvicinarsi la pace con il governo di Boris Johnson.

Il premier Mario Draghi, nel corso delle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio europeo, ha spiegato di aver ricevuto una telefonata sabato sera da Ursula von der Leyen che gli segnalava il problema: «Ho subito chiesto al ministro Speranza di inviare i Nas per un’ispezione. La mattina seguente i carabinieri avevano identificato e bloccato i lotti in eccesso». Due di questi sono poi partiti per la casa madre in Belgio con destinazione ignota. «Non sappiamo dove andranno», ha aggiunto Draghi, assicurando però la sorveglianza sui lotti rimanenti.

L’indagine era scattata dopo la visita del commissario Ue Thierry Breton, capo della task force sui vaccini, nel centro di Leida in Olanda, uno dei due impianti utilizzati da AstraZeneca, in grado di sfornare 5-6 milioni di dosi al mese. Il sospetto è che la casa farmaceutica abbia ritardato la comunicazione dei dati necessari all’Ema per ottenere il via libera sulla produzione in Europa così da garantire, nel frattempo, una corsia preferenziale alle consegne nel Regno Unito.

Ieri la multinazionale si è difesa rivelando che nello stabilimento di Anagni ci sono 16 milioni di dosi in attesa del rilascio del controllo di qualità e destinate all’Europa. Di queste, quasi 10 milioni saranno spedite agli Stati europei l’ultima settimana di marzo mentre il saldo è previsto ad aprile. Gli altri 13 milioni di fiale, invece, sempre secondo la ricostruzione di AstraZeneca, sono stati prodotti fuori dall’Ue e destinati a Covax, il programma internazionale nato per portare vaccini ai Paesi poveri.

Il tema sarà al centro del Consiglio Ue di oggi che discuterà della proposta della Commissione di inasprire il sistema per il controllo dell’export.

«Noi siamo l’unico grande produttore dell’Ocse che continua a esportare vaccini su larga scala – ha detto la presidente Ursula von der Leyen – ma le strade devono correre a doppio senso.

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