Il delirio palindromo

Mattia Feltri

A ricordarci dell’esistenza di Virginia Raggi, eclissata dietro il Covid (che come sciagura non ha rivali nemmeno fra i cinque stelle), si è incaricata Gemma Guerrini. Immagino non abbiate idea di chi sia. È una consigliera comunale eletta nel 2016 con Raggi e con la febbre della rivoluzione: dal basso, della cittadinanza attiva, naturalmente dell’onestà e soprattutto del checcevo’, buttata giù la casta sarà un fiorire di giardini. Poi i giardini non sono fioriti, non con uno schioccare di dita, e la consigliera Guerrini ha preso a lagnarsene dopo pochi mesi. Lo schioccare di dita è stato il ritornello di questi anni. Tra vicesindaci, assessori, capi di gabinetto, dirigenti di municipalizzate, Raggi ne ha avvicendati trentanove, più o meno uno ogni quarantacinque giorni, per ritrovarsi infine al punto di partenza, senza maggioranza e mentre tutto intorno è sterpaglia.

La consigliera Guerrini ha infatti salutato e si è iscritta al gruppo misto, non prima di avere espresso il suo apprezzamento su Raggi: «Non supporterò nessuna forza politica che sosterrà la candidatura dell’attuale sindaca alle prossime elezioni». Un insindacabile, irrimediabile mai più a Raggi che cinque anni fa era un insindacabile, irrimediabile sempre e solo Raggi. È la storia dei cinque stelle in una riga, che abbia ragione Raggi o che l’abbia Guerrini nulla cambia, è un delirio palindromo.

Rating 4.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.