Giornata della Memoria sul web. Sono i giovani che ci chiedono di ricordare

Ed è forse questa la spiegazione del perché nella giornata del 27 gennaio Google abbia registrato un picco di ricerche con le parole “Memoria” o “Shoah”. E su Twitter i primi hashtag, ovvero le parole chiave della giornata, anche ieri, erano #Giornatadellamemoria o #pernondimenticare… Ci piace pensare che a digitare quelle richieste siano per lo più giovani utenti della rete, che cercano di comprendere il significato di questa giornata, per capire che cosa sia accaduto nei campi di concentramento. Sono i figli che domandano ai padri, attingono alla loro memoria. Durante la cena pasquale, gli ebrei recitano questo verso: “In ogni generazione ognuno deve considerare come se fosse lui stesso uscito dall’Egitto”. Il 27 gennaio 1945 era un sabato. Il brano della Torà di quel giorno era la fuga dall’Egitto. Non si dimentica, mai, perché il tempo fa parte di noi, ci plasma e ci dice che dignità e libertà sono valori universali che sopravvivono anche agli olocausti che può produrre l’umanità. La testimonianza degli ebrei sopravvissuti ai lager, forse poco più che una decina in Italia, non é un semplice ricordo: è il non dimenticare. La differenza è fondamentale. Meditate che questo è stato, scrisse Primo Levi. La memoria non è solo un ricordo, è un metodo per scegliere il nostro futuro.

QN.NET

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