“La mascherina è il vero vaccino anti Covid”. Il farmacologo: ma al Sud si rischia grosso

Perché il Covid emigra al Sud?

“Perché si muove con intelligenza, salendo su aerei e camion. Ha bisogno di un organismo umano dove alloggiare e diffondersi: non a caso preferisce gli anziani, già vulnerabili per concomitanti patologie. Oggi al Sud trova un terreno vergine”.

Quindi il virus cambia bersaglio a seconda della sua necessità?

“È la mia lettura. Sottolineo un altro fattore chiave: l’abitudine alla prevenzione, che in questa evenienza si è sviluppata in certe parti d’Italia più che in altre”.

Occhio alle precauzioni: distanziamento e mascherine bastano?

“Al momento la mascherina è il nostro vero vaccino. È uno scudo anti Covid che lascia passare solo il 30% del virus, non abbastanza per contagiare noi e chi abbiamo di fronte”.

Le altre armi?

“Aspettiamo il vaccino, sapendo che non sarà efficace al cento per cento e non sarà disponibile per 7 miliardi di persone. Abbiamo visto anche che il trattamento con gli anticorpi, propri o monoclonali infusi endovena, funziona. Tutto serve”.

Estate e autunno sono fattori determinanti?

“L’epidemiologo Donato Greco, di cui mi fido, dice che il caldo rallenta il virus. C’è chi sostiene il contrario. Vedremo”.

Che potenziale virale hanno gli asintomatici?

“C’è uno studio di Nature, ma è imperfetto come tutti gli studi attuali. Si registrano sintomatici infettivi, poco infettivi, per niente infettivi: non conosciamo qual è la fetta più grande della torta”.

Il numero delle vittime crescerà?

“La mortalità generale da giugno a settembre, a prescindere da età e patologie, è uguale a quella degli anni precedenti. Ma adesso dobbiamo allacciare le cinture”.

QN.NET

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