Guerriglia M5s, Spadafora sotto accusa


di ELENA G. POLIDORI

È uno scontro che rappresenta plasticamente la guerra per bande in corso nel M5s. Ieri, a sorpresa, i grillini hanno stoppato la riforma dello sport del ‘loro’ ministro, stellato di rango, Vincenzo Spadafora, vicino a Luigi Di Maio. Aprendo un ‘caso’ interno di difficile soluzione, al punto che lo stesso Spadafora ha minacciato immediatamente di lasciare il campo. Le “criticità sollevate” dai vertici del Movimento hanno per lui il sapore di una sconfessione politica difficile da far rientrare. Fonti grilline spiegano: “Spadafora sta mettendo in difficoltà tutti – dice un deputato di rango –, ha dato più potere al Coni, svuotando ‘Sport e Salute’, che invece dovrebbe essere più centrale. Inoltre, per quanto riguarda la tutela dei lavoratori del settore sportivo non registriamo passi in avanti coraggiosi. Per questo chiediamo al governo di fermarsi”.

Tutto è cominciato con una lettera formale del direttivo del Movimento 5 stelle (secondo alcuni solo da una parte di esso) arrivata ieri a Spadafora: la richiesta è di rinviare la riunione di maggioranza sul decreto attuativo della legge dello sport, in modo da avviare prima un confronto interno al Movimento sul testo col capo politico Vito Crimi e col capo delegazione Alfonso Bonafede. Dall’interno grillino, però, sono trapelate indiscrezioni secondo cui l’obiettivo, in realtà, sarebbe ben più ambizioso: bloccare l’ampia riforma che abbraccia tutti i settori del mondo sportivo spingendo Spadafora a rimettere in questo modo la delega allo sport. Il ministro veniva infatti visto come un po’ troppo amico del mondo sportivo, ma non è certo stato solo questo l’elemento della rottura.

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