Bancomat, addio al Pin sotto quota 50 euro. Ma occhio alle clonazioni: consigli anti frode

Gli allarmi però – con tante fake news online – sono spenti dagli operatori del settore. Tanto che la percentuale di utilizzi fraudolenti dei pagamenti digitali (e non solo conctatless) riguarda solo lo 0,01% delle transazioni. A oggi, avverte Stefano Dellabianca, responsabile frodi e crediti di Nexi (che in Italia gestisce 41 milioni di carte di pagamento) non risulta la pratica del Pos avvicinato a portafogli o borse magari in metrò o sull’autobus. Dovrebbe essere a meno di 3 centimetri e la presenza nel portafogli di più carte renderebbe difficile il ’prelievo’.

Se si nutrono lo stesso timori, basta un pezzetto di stagnola senza comprare un portafogli ’schermato’. Qualsiasi transazione, sottolinea Dellabianca, finisce su un conto corrente tracciato da un Pos registrato per un’attività economica. Il circuito poi segnala subito comportamenti anomali della carta – per cui si possono avere subito gli alert sull’uso via mail, sms o app – e soprattutto, oltre al rimborso in caso di utilizzo fraudolento, anche con l’innalzamento a 50 euro, rimane valido il tetto complessivo dei 150 dopo il quale la carta per un pagamento richiede Pin o firma prima di poter far ripartire il sistema ’libero’ fino al nuovo tetto di 150 euro.

QN.NET

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