Sondaggio, i partiti: la Lega di Salvini al 23,1, Meloni ora è a soli 5 punti

I partiti

Riguardo agli orientamenti di voto, si registra una significativa riduzione (-3,9%) dell’area grigia costituita da astensionisti e indecisi che ritorna al di sotto del 40%. La Lega, pur mantenendosi al primo posto con il 23,1%, subisce una flessione (-0,9%) ed è seguita dal Pd, anch’esso in calo (-0,8%), che con il 19,6% si riporta ai valori di fine febbraio. Al terzo posto si colloca il M5S con il 18,9% (+0,9%), quindi FdI che fa segnare una crescita di 1,7% attestandosi al 18% (il miglior risultato di sempre nei sondaggi), e Forza Italia con il 6,9% (-0,3%). Alle loro spalle si collocano quattro forze politiche con valori compresi tra 2,5% e 2,9%: si tratta di Sinistra Italiana-Articolo uno con il 2,9% (+0,6%) alla pari con Europa Verde (+1%), Azione (-0,3%) e Italia Viva (-0,4%) entrambe con il 2,5%. Sono dati interessanti alla luce della possibile adozione della nuova legge elettorale (il Germanicum), in discussione alla Camera, basata su un sistema proporzionale che potrebbe prevedere una soglia di sbarramento pari al 3%. Sorge il dubbio che a differenza delle circostanze in cui si affermò il cosiddetto «voto utile», in prospettiva potrebbe prevalere l’obiettivo di far superare la soglia di sbarramento alle forze minori, nella speranza che possano risultare decisive nella formazione delle diverse maggioranze di governo.

Il referendum costituzionale di settembre

Ma sullo scenario incombe anche il referendum costituzionale del 20 e 21 settembre per confermare o respingere la riforma che prevede la riduzione del numero dei deputati (da 630 a 400) e dei senatori (da 315 a 200). Ad oggi solo un italiano su tre (35% in crescita di 7 punti rispetto al mese scorso) è a conoscenza di questo appuntamento. Peraltro, una volta informati, quasi tre intervistati su quattro (72%, contro il 67% di giugno) giudicano molto o abbastanza importante il referendum, il cui esito al momento sembra scontato: il 49% (+3% rispetto a giugno) dichiara che voterebbe a favore, l’8% dichiara che si esprimerebbe contro. E anche i pronostici che gli italiani esprimono sono netti: il 48% si aspetta che la riforma sarà approvata, mentre solo il 12% è di parere opposto e il 40% non si esprime. Insomma, sembrano profilarsi due campionati, il primo tra i quattro partiti principali distanziati da poco più di 5 punti, il secondo tra le forze minori, tutte nelle condizioni di superare l’ipotetica soglia di sbarramento del 3%. In mezzo Forza Italia che potrebbe avere il ruolo di arbitro della partita. Quanto al governo e al premier, hanno incassato un aumento di consenso dall’accordo di Bruxelles, ma i progetti che verranno messi in cantiere saranno decisivi per mantenerlo.

CORRIERE.IT

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