Carabinieri Piacenza, il procuratore: «Controllare il tenore di vita dei militari»

di Fiorenza Sarzanini

Carabinieri Piacenza, il procuratore: «Controllare il tenore di vita dei militari»

«Bisogna controllare quello che avviene nella caserme, ma monitorare anche il tenore di vita dei carabinieri. Verificare quello che postano sui loro profili social. E proteggere chi decide di denunciare». Il procuratore generale militare Marco De Paolis ha seguito molte inchieste che coinvolgono ufficiali e sottufficiali dell’Arma. Conosce il meccanismo, sa bene quello che accade prima che si arrivi a scoprire casi come quello della stazione Levante di Piacenza.

A rileggere le ultime inchieste emerge un sistema di impunità.
«Non è un sistema, chi lo dice vuole danneggiare l’istituzione. Ma commette un errore grave chi parla di mele marce».

E allora cos’è?
«Sono gruppi di delinquenti che fuori controllo diventano un vero e proprio focolaio capace di infettare l’intera caserma. Per questo dico che bisogna controllare e isolare. L’Arma è un pilastro dello Stato, deve essere protetta».

Come?
«Dobbiamo ripartire dalla formazione e dall’etica. I principi fondanti sono la lealtà, l’onestà e la fiducia. Basti pensare che per i militari la codardia è un reato. Al momento la segnalazione di illeciti compiuti da altri militari viene ritenuta contraria all’etica, anche perché si danneggia l’immagine del reparto. Dunque bisogna tutelare chi decide di denunciare».

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