Vertice Ue, Conte: «Cauto ottimismo». Rutte apre. Paesi “frugali” verso ok a 390 miliardi per Recovery Fund

Sulla governance del Recovery fund, ha aggiunto il premier, «c’è stato uno scontro in questi giorni. Io non permetterò mai che un singolo Paese possa avere il monopolio o la possibilità di un sistema di controllo e verifica. Spetta agli organi comunitari e su questo io non mollo e non permetterò mai che avvenga». Parlando con i giornalisti a Bruxelles Conte ha poi detto: «Fino a quando non c’è la stretta finale e non valutiamo tutti gli aggiornamenti e le poste contabili dobbiamo essere cauti».

Riferendo l’andamento degli incontri Conte ha affermato che «c’è stato un duro confronto e ho spiegato che dobbiamo avere un limite per la dignità dell’Italia e degli altri Paesi. Se il piano viene riempito di ostacoli che ne compromettono l’efficacia non serve a nulla. Ho richiamato tutti a un’assunzione di responsabilità. Stiamo offrendo una risposta europea, non possiamo guardare il nostro ombelico nazionale».

Merkel: condizioni straordinarie richiedono sforzi straordinari

Possibilista anche la cancelliera tedesca Angela Merkel: «Abbiamo lavorato su un quadro per un possibile accordo, è un passo avanti e dà la speranza che forse oggi ce ne possano essere altri o che un accordo sia possibile» ha detto la cancelliera tedesca arrivando al Consiglio europeo per la quarta giornata di negoziati sul Recovery Fund e il bilancio Ue. «I negoziati – ha aggiunto – sono incredibilmente duri, ma situazioni straordinarie richiedono uno sforzo straordinario, spero che le divergenze residue possano essere superate».

Che qualcosa si stia muovendo in positivo potrebbero lasciarlo intendere anche le prime aperture del premier olandese Mark Rutte sulla nuova bozza di testo del Recovery Fund, che dovrebbe arrivare a breve da Charles Michel, presidente del Consiglio europeo. «Ora c’è un ottimo testo di bozza» sul meccanismo del super freno d’emergenza, che riguarda la governance del Recovery Fund, e quindi il tema dell’attuazione dei piani nazionali delle riforme, «che ritengo stia lentamente guadagnando consenso», ha detto il premier olandese a margine dei lavori del Consiglio europeo. «Sono davvero contento, perché questa è stata una condizione cruciale per noi – ha aggiunto Rutte – per essere in grado di costruire quel bilanciamento» tra prestiti e sovvenzioni.Si sta infatti lavorando su un nuovo testo che, spiega il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dovrebbe essere presentato a breve. «Michel non ha anticipato null’altro ma ha detto che proporrà lunedì 20 una soluzione con una riduzione dei grants a 400 miliardi e a 390 miliardi. La soluzione da 400 miliardi» di sussidi nel Recovery plan «condurrebbe a un maggiore sconto per i Paesi che ne hanno diritto e quella da 390 miliardi a un minore sconto», ha spiegato Conte rientrando in albergo alle 6 del mattino al termine della lunga notte di riunione del Consiglio europeo, facendo riferimento ai sussidi previsti dal Recovery plan e agli sconti, i “rebates”, contenuti nel bilancio pluriennale per alcuni Paesi, tra cui i Frugali.

«In questo momento ci stiamo avvicinando allo zoccolo duro delle rispettive posizioni e il confronto diventa risolutivo: spero si possa iniziare a valutare alcuni aggiornamenti delle poste, frutto dell’intensa negoziazione di questi giorni», ha detto ancora il premier Conte.

Per il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire «un accordo è possibile, oltre che necessario» e, parlando a una televisione transalpina, Le Maire ha detto che è in gioco il futuro della Ue e il suo «ruolo tra le grandi potenze del 21° secolo».

Sui lavori del Consiglio europeo è intervenuto anche il presidente del Parlamento europeo David Sassoli. «Dopo giorni di discussioni, gli europei si aspettano una conclusione all’altezza di questa fase storica. Siamo preoccupati per un futuro che mortifichi la solidarietà europea e il metodo comunitario» ha detto Sassoli. «Il Parlamento Ue ha indicato le proprie priorità e si aspetta che vengano rispettate – ha aggiunto -. Occorrono subito nuove risorse proprie e una efficace difesa dei principi dello stato di diritto. Inoltre, il Parlamento ha più volte chiesto la soppressione dei rebates. Senza queste condizioni il Pe non darà il proprio consenso».

La controproposta dei frugali

Nelle ore precedenti, sulla base di una proposta finlandese per trovare un’intesa, i Frugali (Olanda, Austria, Danimarca, Svezia, ora con l’aggiunta della Finlandia) avevano messo sul tavolo un’offerta finale di 350 miliardi di sovvenzioni per il Recovery Fund, da raddoppiare con un pari ammontare di prestiti. Posto che la questione della governance e dei rebate venga risolta.

Alla cena dei leader domenica sera il presidente del Consiglio europeo Charles Michel non ha presentato una nuova proposta perché non era stato ancora trovato un accordo sulla dotazione dei sussidi per il Recovery Fund. Per Italia, Spagna, Francia, Germania e molti altri Paesi l’asticella dei sussidi non può scendere sotto 400 miliardi. Ma Michel aveva lanciato un forte appello a tutti i Paesi a trovare un accordo e non presentare a mondo un’Europa debole.

Ma lo scontro è duro e si va avanti a piccoli passi. Con il gruppo degli autodefinitisi Frugali – ora allargato alla Finlandia – che tiene duro. «L’obiettivo principale della Finlandia è quello di contenere la quota di sovvenzioni. Se entro questo fine settimana non sarà possibile raggiungere un accordo, credo che i negoziati andranno avanti fino a lunedì» aveva anticipato la premier finlandese Sanna Marin in un’intervista alla tv finlandese Yle. E così sarà con la riunione fissata per lunedì pomeriggio.

Comunque, viene fatto rilevare, l’intesa dovrà contenere la componente sulla governance, una riduzione del volume del Bilancio Ue e un nuovo incremento dei “rebate”, cioè i rimborsi (ovvero il meccanismo correttivo della contribuzione al Bilancio).

Considerato lo stallo negoziale, il presidente del Consiglio europeo Michel ha dunque riconvocato la plenaria alle 16 di lunedì 20. Entro la ripresa dei lavori, secondo fonti diplomatiche, Michel presenterà una nuova proposta formale (negobox) che sarà basata su una dotazione di 390 miliardi di euro di sovvenzioni ma con rebate più bassi rispetto alla precedente.

Conte a frugali: troppe risorse? Minimo indispensabile

«Voi avete dubbi perché le risorse finanziare di chi ragioniamo oggi vi sembrano tante. In realtà è il minimo indispensabile per una reazione minimamente adeguata; se tardiamo la reazione dovremo calcolare il doppio o forse anche di più» avrebbe detto, a quanto trapela da fonti italiane, il premier Giuseppe Conte ai Paesi frugali nel corso di una riunione a margine del Consiglio europeo.

Non solo. Il presidente del Consiglio si sarebbe rivolto a muso duro al primo ministro olandese Mark Rutte, capofila dei frugali, con questo monito: «Vi state illudendo che la partita non vi riguardi o vi riguarda solo in parte. In realtà se lasciamo che il mercato unico venga distrutto tu forse sarai eroe in patria per qualche giorno, ma dopo qualche settimana sarai chiamato a rispondere pubblicamente davanti a tutti i cittadini europei per avere compromesso una adeguata ed efficace reazione europea».

Kurz: c’è ancora molta strada da fare

«Ci siamo mossi nella giusta direzione, ma c’è ancora molta strada da fare domani» aveva scritto nella notte di sabato su Twitter il cancelliere austriaco Sebastian Kurz dopo la seconda giornata di negoziati tra i leader Ue sul Recovery Fund e il bilancio per il 2021-2027. E così infatti sta accadendo: la strada per l’accordo è ancora lunga.

Conte: l’Europa è sotto ricatto dei frugali

«L’Europa è sotto ricatto dei Paesi frugali», aveva detto il premier Giuseppe Conte al termine della seconda giornata di lavori del Consiglio europeo sul Recovery fund. Su Twitter, pubblicando una foto che lo ritrae con Merkel, Macron, Sanchez e Von Der Leyen, il premier italiano aveva scritto: «Continua il negoziato. Da una parte la stragrande maggioranza dei Paesi – compresi i più grandi Germania, Francia, Spagna, Italia – che difendono le istituzioni europee e il progetto europeo e dall’altra pochi Paesi, detti “frugali”».

Merkel: domenica giornata decisiva al vertice

«Oggi stiamo entrando nel terzo giorno di negoziati ed è sicuramente quello decisivo» per avere un esito, aveva detto domenica 19 la cancelliera tedesca, Angela Merkel, arrivando al Consiglio europeo sul Recovery Fund e il bilancio Ue. «Finora abbiamo lavorato nel modo corretto su vari temi – ha sottolineato – tra cui le dimensioni del fondo, il tipo di gestione e anche il nodo dello stato di diritto».

Orban attacca Rutte: «È responsabile del caos»

«Alcuni guidati dall’olandese vorrebbero creare un nuovo meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto. Se l’intesa non si fa è a causa del leader olandese» Mark Rutte «non a causa mia. É lui che ha iniziato questa faccenda. L’olandese è il vero responsabile per tutto il caos di ieri» al vertice Ue, ha detto premier ungherese Viktor Orban, in una conferenza stampa, a Bruxelles, ricordando anche il match Olanda-Italia sull’equilibrio tra sovvenzioni e prestiti del Recovery Fund. «Sappiamo tutti che la situazione economica è drammatica. C’è grandissima preoccupazione per il futuro, e stiamo negoziando» sul Bilancio Ue 2021-2027 e il Recovery Fund «sotto la pressione che l’intesa sia un ‘must’», ha aggiunto il premier ungherese. «Quando abbiamo iniziato il vertice le questioni aperte erano diverse dozzine, ma ora ne sono rimaste solo quattro. E penso che ci siano buone possibilità di raggiungere un accordo», ha aggiunto.

Polonia: divergenze fra frugali “avari” e sud

Il premier polacco Mateusz Morawiecki ha affermato che nei negoziati in corso a Bruxelles permangono «divergenze sostanziali» in particolare sulle allocazioni e la governance dei fondi, fra i paesi del nord Europa, che ha definito un «gruppo di avari», e quelli del continente meridionale.

Slovenia: ancora buone possibilità per intesa

«Ci sono ancora buone possibilità per un’intesa, ma è altrettanto possibile che ci sia una pausa lunga», ha sottolineato il leader sloveno, Janez Jansa, secondo il quale, nel caso di una pausa lunga le posizioni non si avvicinerebbero. Per questo ha detto di sostenere con forza il proseguimento dei negoziati a oltranza. Dal canto suo l’olandese Mark Rutte ha detto che un accordo «è ancora possibile» anche se «ci sono ancora grandi questioni aperte». Tra i punti ancora da chiarire Rutte ha citato «lo stato di diritto, il mix sussidi e prestiti, l’ammontare dei sussidi, e i rebates». Rutte ha parlato di «alcuni progressi» sul fronte governance, «ma ancora non ci siamo». Resta aperta anche la discussione sul bilancio 2021-2027.Leggi anche

Grecia: «Serve accordo, ma anche unità Ue»

«Abbiamo discusso da giorni e non abbiamo fatto progressi per un accordo, dobbiamo raggiungere un accordo, me lo auguro vivamente, in modo che oggi possiamo sbloccare la situazione di stallo. Tutti dobbiamo fare dei compromessi ma questi compromessi non devono annacquare il livello della nostra ambizione», ha detto il premier greco Kyriakos Mitsotakis entrando al vertice europeo a Bruxelles.«Siamo di fronte a una crisi economica senza precedenti e non possiamo affrontarla mostrandoci deboli e divisi».

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