Il Paese che rifiuta i concorsi

Accettando la tesi di questi ultimi, la Corte costituzionale ha commesso molti errori. Ha tradito diritti e aspettative di molte persone che avrebbero potuto aspirare ad accedere a quegli uffici, se vi fosse stato un esame competitivo aperto a tutti. Ha danneggiato la pubblica amministrazione, perché l’ha privata della possibilità di fare eventuali scelte migliori. Ha riconosciuto un privilegio a chi era già dentro (che si sarebbe potuto accontentare di una valutazione dell’attività già svolta o anche di una riserva di posti). Ha ammesso una sorta di extraterritorialità alle agenzie fiscali, come se ad esse potessero non applicarsi la Costituzione e il diritto italiano, ma un diritto speciale. Ha così impedito quella mobilità tra le varie branche dell’amministrazione che tutti auspicano come necessaria per il migliore funzionamento dello Stato. Ha tradito la propria consolidata giurisprudenza, accettando una palese violazione del giudicato, rinunciando al proprio magistero, così rischiando di divenire una tigre di carta.

Ciò che è peggio, il cattivo esempio è stato subito seguito, perché l’Agenzia per la rappresentanza negoziale della pubblica amministrazione (Aran) ha subito proposto di istituire nuove figure ad alta professionalità, cioè dirigenti mascherati, simili ai Poer. Se a questi si aggiungono i supplenti che vogliono passare nei ruoli senza concorso, i funzionari che vogliono divenire dirigenti per anzianità, e domani i ricercatori universitari che vorranno divenire professori associati e poi ordinari senza un vaglio di capacità, conoscenze, esperienze, e senza passare attraverso un concorso aperto a tutti, si può immaginare i danni che ne verranno per lo Stato.

Tutti lamentano in queste settimane le inefficienze della burocrazia. Tutti auspicano che il Paese venga «sburocratizzato». Uno dei modi per dotarci di una migliore amministrazione è quello di ampliare la scelta, vagliare le qualità, rispettare il merito, premiare i migliori, in una parola fare concorsi.

CORRIERE.IT

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