I fragili equilibri politici

C’è però un grande ostacolo. Di solito, questo tipo di formule è realizzabile se il Parlamento è in mano a forze centriste. Ma le forze centriste, nel Parlamento italiano di oggi, sono in minoranza. Il centro (i renziani a sinistra e i berlusconiani a destra) subì una drammatica sconfitta alle elezioni del 2018. Da allora il Parlamento è dominato dalle estreme. È improbabile che le estreme, per quanto in difficoltà, possano rappresentare una base parlamentare affidabile per governi come quello sopra immaginato. Oltre alla difficoltà di realizzazione c’è un altro problema. I governi tecnici o del presidente (come fu il governo Monti) si reggono solo se, una volta ottenuto il voto favorevole del Parlamento, possono farne a meno di fatto. In sostanza, un governo del genere sarebbe, da questo punto di vista, non molto diverso dall’attuale governo Conte. Opererebbe anch’esso in nome dell’emergenza (non più la pandemia ma la crisi economica) di fatto privo di controllo parlamentare. Il che ci riporta alla domanda iniziale: per quanto tempo una situazione del genere può reggere prima che le conseguenze (politico-costituzionali) diventino irreversibili?

Quando si parla di fase 2 (e oltre) si pensa, come è giusto, a come riportare la vita economica alla normalità. Benissimo ma occorre anche non dimenticare che le libertà economiche e politiche vivono insieme (e cadono insieme). Ritornare a quella normalità significa ridare slancio all’economia di mercato. Ma per farlo non basta consentire alle imprese di riprendere le attività. Occorre anche decidere il percorso che porti al ripristino pieno delle libertà individuali. E non sto parlando solo della pur importantissima libertà di movimento. Ad esempio, come si fa ad evitare il rischio che in Italia e altrove l’uso delle tecnologie utili per tracciare i movimenti del virus non si trasformi in un mezzo permanente di controllo governativo sulle vite di tutti? Da questo punto di vista, possiamo dire, «la Cina è vicina». Maledettamente vicina. Davvero tutto ciò non riguarda la fase 2? Si sa che, non solo in Italia, alle libertà politiche e civili sono interessate soprattutto le minoranze. Le maggioranze, di norma, sono meno sensibili. Si pensi, ad esempio, al disinteresse da sempre mostrato dalla maggioranza degli italiani per gli abusi delle intercettazioni telefoniche.

In vari Paesi, in Europa come in America Latina, la pandemia attuale sembra essere l’occasione per giri di vite autoritari. Ma, attenzione, l’autoritarismo non si manifesta sempre platealmente (colpi di Stato, marcia su Roma, eccetera). Può anche affermarsi in modi molto più striscianti e subdoli, un passo dopo l’altro, e per giunta senza che nessuno ne abbia pianificato gli esiti. La democrazia (l’unica possibile, quella liberale e occidentale) è un meccanismo fragile, fondato su delicati equilibri. Non ci vuole molto a comprometterli. Ciò vale, a maggior ragione, per una democrazia difficile che ben conosce, e da tanto tempo, sofferenze costituzionali e squilibri fra i poteri. Converrebbe pensarci e stare in guardia.

CORRIERE.IT

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