Coronavirus, punizioni più severe per chi continua a uscire

La decisione arriva in mattinata, quando si capisce che il numero dei contagiati da coronavirus continua ad aumentare, così come quello dei denunciati per violazione del divieto di uscire a chi non ha «comprovate necessità». E allora la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese dà indicazione al capo della polizia Franco Gabrielli e ai prefetti di tutta Italia per una nuova stretta sui controlli di chi viene sorpreso in strada e non può giustificarsi. Ma, soprattutto, fa cambiare il modulo dell’autocertificazione con l’inserimento di una «voce» in cui la persona fermata deve dichiarare di «non essere in quarantena». Se mente può essere denunciata per procurata epidemia che prevede fino a 12 di carcere. Per tutta la giornata si moltiplicano gli appelli — dal governatore della Lombardia Attilio Fontana al sindaco di Milano Sala, dal capo della protezione civile Angelo Borrelli, al nuovo commissario agli acquisti Domenico Arcuri — per convincere i cittadini a «restare a casa». Il rischio è fin troppo chiaro: rimanere in questa situazione di «isolamento» ancora per settimane o — peggio — costringere il governo a prendere misure ancora più drastiche.

Il nuovo modulo
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