Per un pugno di nomine

Un pacchetto che comprende un’intesa globale sulle nomine. E un ritocco all’accordo sulla legge elettorale, con una limatura al ribasso della soglia di sbarramento, che potrebbe passare dall’attuale 5% come prevedono gli accordi di maggioranza al 4%, ossigeno puro per le malandate intenzioni di voto di Italia viva. È questo il pacchetto su cui stanno lavorando l’una e l’altra parte del grande match d’inverno, l’incontro tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi.

Un incontro su cui le rispettive diplomazie stanno lavorando da tempo. “Credo che la cosa più pulita sia vedersi la prossima settimana con Conte”, ha annunciato oggi l’ex rottamatore. Ma chi frequenta Palazzo Chigi assicura che la prima mossa sia stata fatta dal presidente del Consiglio. È da qualche giorno che il capo del governo auspica un faccia a faccia chiarificatore, in un senso o nell’altro. E ha iniziato a tessere la sua tela. Ieri Renzi ha ammesso di aver ricevuto un messaggio dal premier, ma i bene informati assicurano che non sia che l’ultimo di una serie di contatti avuti nelle ultime settimane.

“Parleremo col premier Conte e decideremo cosa fare. Per noi le idee vengono prima delle poltrone. E non stiamo al governo a tutti i costi”, ha scritto Renzi in una e-news serale dopo una giornata di indigestione comunicativa. I suoi spiegano che l’obiettivo a breve termine sia quello di incassare qualche misura caratterizzante per il bacino potenziale di elettori di Italia viva. Da Palazzo Chigi spiegano che è un lavoro già fatto. Ai tavoli per la nuova agenda di governo, ai quali, continuano, “Iv ha sempre partecipato con spirito collaborativo, vedendosi riconosciute le sue proposte e dicendosi d’accordo con la quasi totalità di quel che abbiamo stabilito”.

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