“La cronaca non è Renzi”. Intervista a Gianni Cuperlo

Allora, Gianni Cuperlo, partiamo dalla cronaca stretta: mi pare che Renzi ha sparato a salve, la sua strategia di logoramento è chiara, a votare non si andrà e il Governo continuerà a galleggiare come prima, immobile. Sintesi corretta?

Ok, partiamo dalla cronaca, ma la cronaca non è Renzi. La cronaca è una fotografia drammatica che vede l’Italia ferma. È inchiodato l’ascensore sociale: siamo il paese dove il futuro dei figli dipende in misura maggiore dal reddito dei genitori, peggio di noi solo Gran Bretagna e Stati Uniti. Il reddito medio pro capite è lo stesso da 25 anni, un quarto di secolo. Abbiamo sofferto tre recessioni nell’ultimo decennio, cosa mai accaduta nella storia della Repubblica. 11 milioni di italiani non hanno la possibilità di curarsi come dovrebbero e 5 milioni vivono sotto la soglia di povertà. Ci sono oltre 150 tavoli di crisi aperti e decine di migliaia di lavoratori vedono buio davanti a sé. Serve continuare?

No, la fotografia è chiara, peccato che al Governo ci siete voi e descrivere i problemi sarebbe il mestiere di esperti e giornalisti, alla politica toccherebbe risolverli, o almeno provarci. È il famoso “che fare”.

Esatto, non fa una piega. Allora bisogna avere il coraggio di dire qualche verità perché se dinanzi a quella fotografia qualcuno ancora replica “eleggiamo il Sindaco d’Italia” a me ricorda tanto i cinema all’aperto della mia infanzia dove alla fine del film si rimandava il primo tempo per chi era arrivato tardi e aveva perso l’inizio.

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