Ecco perché Londra ha staccato la spina all’Europa

Lorenzo Vita

Il Regno Unito lascia ufficialmente l’Unione europea ed entra in una nuova era ripartendo dal suo passato. Niente più costola atlantica dell’Europa né “serpe in seno” come definita da molti del sistema voluto da Bruxelles. Londra esce dall’Europa e torna a pensare se stessa come potenza in grado di gestire la propria strategia senza essere parte in un sistema politico continentale. E la Brexit rappresenta il primo step per una riscoperta del mondo da parte dei britannici dopo che per qualche decennio avevano creduto (senza troppe illusioni) di poter essere anche parte dell’Unione europea.

I cittadini britannici, ma soprattutto gli strateghi di Downing Street, non hanno mai avuto una grande percezione di se stessi come europei. E la Brexit, che sancisce il divorzio tra Londra e Bruxelles, è solo la presa di coscienza di un ruolo che il Regno Unito non ha mai voluto condividere con le potenze europee. Paese votato al mare contro un blocco terrestre, Stato indipendenti per natura contro un blocco multilaterale che ha sempre ritenuto distante, alla ricerca dell’Atlantico e sempre meno della Manica, il Regno Unito ha fatto una scelta difficile, pericolosa e non certo semplice consapevole che in fondo la sua strategia è sempre stata questa: non essere parte dell’Europa ma evitare che qualcuno prendesse il sopravvento nel Vecchio continente. Ci è riuscita per 47 anni dentro l’Ue. Ci è riuscita adesso con la Brexit, dal momento che il terremoto che ha colpito l’Europa ha comunque inferto un colpo durissimo ai piani dell’asse franco-tedesco e in particolare della Germania. E ha posto certamente una pietra tombale sulle certezze oniriche di chi ha creduto che l’Europa potesse solo crescere ed espandersi. Una doccia gelata che vede dal’altra parte il cambiamento del mondo.

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