Cosenza, il sindaco di Scalea arrestato per assenteismo


A beccarlo è stata la Guardia di Finanza, che nell’ambito di una più generale indagine sulla presenza in servizio dei dipendenti pubblici hanno scoperto il personalissimo record del sindaco: oltre 650 ore di assenze ingiustificate. Insomma, al lavoro non c’era quasi mai. Eppure, quanto meno ufficialmente, Licursi era ligio al dovere, sempre presente in Asp. In realtà – è emerso dall’indagine dei pm Maurizio De Franchis e del procuratore capo Pierpaolo Bruni – il sindaco spesso e volentieri si limitava a timbrare il cartellino per poi allontanarsi dall’ufficio e dedicarsi ad attività del tutto personali. Di tanto in tanto, sostengono inquirenti ed investigatori, cercava di dare una parvenza di liceità alle sue ripetute assenze ed inventava “missioni” negli uffici distaccati della provincia per conto dell’Asp.

Ci pensavano tre suoi colleghi di Cosenza, Amantea e Scalea, anche loro sospesi dal servizio, a coprirlo, attestando che la missione si fosse svolta regolarmente, nonostante Licursi non avesse nemmeno messo piede nei rispettivi uffici. Un quadro sufficientemente grave – spiegano dalla procura – da giustificare la richiesta di una misura cautelare come i domiciliari, concessi senza esitazione dal gip, che ha anche autorizzato il sequestro preventivo di somme pari alle retribuzioni indebitamente percepite.

“Le condotte criminose, accertate mediante l’installazione di telecamere all’interno degli uffici del Distretto sanitario del Tirreno di Scalea, analisi dei tabulati telefonici e monitoraggio con sistema gps – è detto nel comunicato – sono state ricostruite in maniera capillare, anche grazie ad un’accurata attività di pedinamento e sono state incrociate con i dati delle presenze giornaliere risultanti dalla macchina marcatempo. Il quadro che ne è emerso ha fatto rilevare la marcata disinvoltura con la quale gli indagati hanno agito e resa necessaria l’emanazione del provvedimento cautelare eseguito oggi”.

REP.IT

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