Germania, vietato distrarsi

Bisogna riconoscere inoltre che in Germania non è stato mai sottovalutato l’odio anti-ebraico. L’impressione, piuttosto, è che siano state affrontate con meno determinazione del necessario le persone sospette, le cellule neonaziste emerse o sommerse, le interazioni micidiali tra questi gruppi e il mondo più «normale» dell’estrema destra. Si è sorvolato sulle complicità che sono affiorate nei servizi di sicurezza e nelle forze dell’ordine. Certo, sgominare non è facile. Ma gli atti di antisemitismo in aumento e il crescere sul web dei sentimenti ostili agli ebrei avrebbero richiesto una discesa nell’inferno più massiccia nel tentativo di bonificarlo. Un’altra cosa da non rimuovere è la battaglia che è stata combattuta contro il negazionismo. Su questo non sono mai stati fatti sconti.

Resta il dubbio che la guardia sia stata troppo debole, invece, contro la revisione aggressivo-nazionalistica del passato, che finisce per diventare una giustificazione «alta» ad una visione distorta della realtà. Non è questione di proibire le idee. Si tratta di evitare che la violenza possa trovare il modo di alimentarsi.

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