Germania, vietato distrarsi

di   Paolo Lepri

L’allarme è risuonato spesso, magari in sordina. Ora, invece, le urla venute
dai fedeli asserragliati dietro le porte sbarrate della sinagoga di Halle nel giorno dello Yom Kippur rimbombano con il frastuono di un terremoto anche nelle orecchie più lontane.Germania in autunno, Germania che si interroga ancora sulle sue malattie, ben sapendo – naturalmente – che il virus non ha confini e non ha solo passaporto tedesco.


Va detto che le istituzioni hanno fatto il loro dovere, in un Paese dove la memoria è stata sempre un monito. Rendiamone atto alla cancelliera Angela Merkel, al suo rappresentante speciale per la lotta all’antisemitismo, il diplomatico Felix Klein, agli uomini e alle donne che insegnano a non dimenticare. Ma è anche vero che le ombre oscure annidate nella società sono state spesso scambiate per qualcosa destinato a non materializzarsi, come generalmente fanno le ombre. In questo caso è accaduto il contrario. Hanno anzi impugnato le armi.

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