Matteo Salvini, un mese da senatore senza andare mai in Senato

di Mauro Munafò

Passare da ministro dell’Interno che non va mai al ministero, a senatore che non va mai al Senato deve essere stato un processo naturale per Matteo Salvini. Sì, perché a un mese dalla nascita del governo Conte 2 il non più titolare del dicastero dell’Interno a Palazzo Madama si è visto davvero poco: praticamente mai.

Anche se non ha più una scrivania al Viminale, Salvini ha deciso infatti di continuare a girare l’Italia in perenne campagna elettorale proprio come ai tempi del governo Conte. Lasciando il suo scranno al Senato in balia della polvere. Come dimostra queste breve cronologia della sua vita da senatore.

Il “Capitano” inizia bene, presentandosi il 10 settembre al voto di fiducia al Senato del governo Conte 2, tenendo un discorso e annunciando il voto contrario del suo partito. Certo, il voto di fiducia è una data da non perdere, politicamente e mediaticamente troppo importante per essere “bucata”.

Non altrettanto si può dire per le votazioni di routine del Senato che, non a caso, vengono sistematicamente disertate dal leghista. Il 24 settembre ad esempio ci sono in totale 19 votazioni, tra cui una legge per la “valorizzazione delle piccole produzioni agroalimentari di origine locale”. Salvini in Aula non c’è, risulta “in missione”. Stesso copione il giorno dopo, 25 settembre. Al Senato ci sono una quarantina di votazioni, ma Salvini ancora una volta non c’è perché “in missione”.

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