Siamo tutti carabinieri

Alessandro Sallusti

Squartato in mezzo alla strada, con una ferocia bestiale e imprevedibile. Così è morto Mario Cerciello Rega, giovane carabiniere in servizio a Roma, sposato da poche settimane.

A ucciderlo con un pugnale una o più persone, probabilmente straniere, appartenenti a una banda di scippatori che operano nel quartiere Prati, uno dei più esclusivi della Capitale. Il militare era intervenuto per recuperare il bottino di uno scippo eseguito poco prima ai danni di un signore che era stato contattato dai delinquenti per riscattare con cento euro il maltolto.

Fin qui la cronaca. E secondo la sinistra, i siti dei grandi giornali (soprattutto la Repubblica) e il grillo parlante Roberto Saviano qui dovrebbe finire anche questo articolo. Perché andare oltre si rischia – sono parole di Saviano – di passare per «criminali politici» a prescindere dai fatti. Per cui mi raccomando: quando sarà accertato chi sono i responsabili guardatevi bene da dire o da scrivere qualche cosa perché in tal caso i «criminali» sareste voi. O meglio: se si fosse scoperto che l`assassino era un bianco, italiano ed etero avreste potuto massacrarlo senza pietà e sareste stati in buona compagnia (Saviano & C.). In questo caso, pare, che sia stato un americano. Ma se viceversa si fosse trattato di uno straniero di colore, magari irregolare, zitti e muti altrimenti sareste complici – già sento le parole – del «clima d`odio che ha aizzato la mano del povero assassino».

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