Archive for Novembre, 2019

Su Open da Renzi tanti soldi, poche spiegazioni

venerdì, Novembre 29th, 2019

Maurizio Belpietro

Soldi, soldi, soldi. C’è un solo modo per capire che cosa stia accadendo a Matteo Renzi e alla sua creatura politica ed è cercare la pista dei soldi. È questo il filo rosso seguito dai magistrati, che vogliono scoprire se quel fiume di denaro che affluiva nelle casse della fondazione Open servisse a finanziare illecitamente la politica e se quei milioni avessero finalità diverse da quelle apparentemente nobili di sostenere un dibattito culturale senza tornaconto economico né politico. Del resto, che i soldi siano la chiave di tutto lo ha involontariamente ammesso lo stesso ex presidente del Consiglio, il quale l’altro giorno, replicando via Facebook ai magistrati di Firenze che hanno spedito avvisi di garanzia in mezza Italia, ha detto che per finanziare Italia viva è meglio donare piccole somme, con il sistema del crowdfunding, e non mettere sul tavolo centinaia di migliaia di euro che poi -come nel caso della fondazione – finiscono nel mirino dei pm. Così, senza volerlo, il senatore semplice di Scandicci ha accomunato Open a Italia viva, quasi confermando la tesi dell’accusa, che indagando sulla cassaforte del Giglio magico ha ipotizzato che la Onlus presieduta dall’avvocato  Alberto Bianchi, eminenza grigia del gruppo, si muovesse come un partito e servisse da schermo per finanziare la corrente renziana. Sì, quello dell’ex segretario del Pd è stato un autogol, una  excusatio non petita, una dimostrazione di scarsa lucidità.

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Sciopero dei treni 29 novembre 2019, da Roma a Milano: gli ultimi aggiornamenti

venerdì, Novembre 29th, 2019

Roma, 29 novembre 2019 – Dopo lo sciopero del personale Atm di ieri, a Milano, oggi è la volta di Trenitalia, Italo e Trenord. Dalla mezzanotte alle ore 21.00 di oggi, venerdì 29 novembre 2019, i treni possono subire cancellazioni o variazioni, per uno sciopero nazionale. Non aderisce alla mobilitazione il personale di RFI in Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria

Sciopero dei treni 29 novembre: i treni garantiti

Non sono previste modifiche alla circolazione di Frecce e treni a lunga percorrenza. Per i treni regionali sono garantiti i servizi essenziali previsti in caso di sciopero nei giorni feriali dalle ore 6.00 alle ore 9.00 e dalle ore 18.00 alle ore 21.00. Si prevede l’effettuazione di servizi per le relazioni a maggiore traffico di passeggeri. Su alcune linee regionali si prevede di confermare l’intera offerta ordinaria.

Nel corso dello sciopero è garantito il collegamento fra Roma Termini e l’aeroporto di Fiumicino, con il treno “Leonardo Express” o con autobus sostitutivi. E’ possibile consultare la lista dei treni garantiti.

Circolazione treni in tempo reale

E’ inoltre possibile visualizzare la circolazione in tempo reale dei convogli sul portale Trenitalia Viaggiatreno

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Renzi: “La politica tace, ma è sotto attacco”

venerdì, Novembre 29th, 2019

di PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

Roma, 29 novembre 2019 – Presidente Renzi, è proprio arrabbiato.
“Più che altro sono dispiaciuto, per tanti amici che mi hanno sostenuto e sono stati svegliati all’alba come fossero criminali. Una retata degna di una gang criminale, non di famiglie incensurate che hanno seguito in trasparenza le regole delle fondazioni. Per il resto combatto”.

Elmetto in testa.
“Ho appena presentato al procuratore di Firenze, Creazzo, alcune denunce per diffamazione a tre giornalisti. Vede che mi fido della giustizia fiorentina? Vedremo se adesso Creazzo procederà contro Travaglio per la sua diffamazione”.

Non sembra fidarsi troppo.
“Questa vicenda è surreale. Che la Open dovesse finanziare l’attività politica di Matteo Renzi era scritto nello statuto. Ed è chiaro che quando si è abolito il finanziamento pubblico ai partiti, le fondazioni hanno acquisito un ruolo maggiore. In Italia ci sono oltre cento fondazioni politiche, ma hanno indagato l’unica che presenta tutti i documenti”.

Si sente sotto attacco?
“No, è giusto che indaghino. Questo l’accetto. Non accetto invece che un magistrato decida che cosa è partito e che cosa non è. I partiti li fondano i politici, non i magistrati. Perché se li fondano i magistrati, la democrazia è a rischio”.

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Il falco tedesco rassicura l’Italia: “Il Mes è il nostro whatever it takes, è uno scudo anche per voi”

venerdì, Novembre 29th, 2019

Markus Ferber è l’eurodeputato della Cdu tedesca che l’anno scorso alzò un polverone di polemiche in Italia per aver auspicato che la Troika prendesse “le redini del Ministero del Tesoro”. Proprio così. Tanto pungente, quanto scherzoso e sorridente per carattere, Ferber, europarlamentare in Commissione problemi economici del Parlamento europeo, ha anche attaccato frontalmente Paolo Gentiloni nel giorno dell’audizione da candidato Commissario agli Affari economici: “Un italiano a guardia delle regole Ue è una contraddizione”. Colpa del debito alto sul quale l’Italia deve intervenire, dice Ferber in questa intervista in cui difende la riforma del Mes: “La ristrutturazione del debito non è automatica, questo è un messaggio ai mercati: non scommettete contro uno Stato membro. E l’Italia non è la Grecia. Ma il vostro problema sono i crediti deteriorati in pancia alle banche”.

Di solito lei non è certo tenero con l’Italia che non riesce a ridurre il proprio debito pubblico. Perché, a suo giudizio, il Mes può aiutare l’Italia?

Nel trattato la ristrutturazione del debito non è automatica. E le clausole di azione collettiva (Cacs, ndr.), tramite le quali lo Stato può modificare i termini di pagamento di un titolo con l’approvazione di una determinata maggioranza qualificata di investitori, sono state introdotte tanto tempo fa, dopo la bancarotta della Grecia. Anche la Germania le ha ora nei suoi titoli di Stato e nessuno crede che ci sarà un fallimento.

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Un tentativo scientifico di destabilizzazione

venerdì, Novembre 29th, 2019

Mettetevi nei panni del segretario del Pd, magari solo nelle ultime 48 ore, anche se la prospettiva è da brivido. Arriva una telefonata da Bologna: “Nicola, tieniti forte. Sai perché Di Maio ha incontrato la Gabanelli qualche giorno fa?”. Riposta: “No perché?”. L’altro: “Le ha chiesto se si voleva candidare contro Bonaccini, è proprio una mossa per farci male”. È chiaro il perché: la popolare giornalista, già candidata da Beppe Grillo al Quirinale qualche anno fa, avrebbe rappresentato, in una battaglia sul filo di pochi voti, la sconfitta sicura per il Pd. Avrebbe, perché al momento la giornalista sembra aver detto di no. Almeno questo risulta al Pd.

Sempre nei panni del segretario del Pd, affrontate il nodo Calabria. Lunedì l’accordo tra Pd e Cinque stelle sembrava fatto, dopo due riunioni a Roma, la seconda fino a serata inoltrata. Da un lato Stefano Graziano, ex parlamentare e commissario del Pd in Calabria e Nicola Oddati, della segreteria nazionale del Pd, con delega al Mezzogiorno. Dall’altro Paolo Parentela e Anna Laura Orrico, parlamentari calabresi dei Cinque stelle, che hanno il mandato a trattare. Nei giorni precedenti, proprio in Calabria, erano usciti appelli dei sindacati, imprenditori antimafia, mondi non lontani dai Cinque stelle per sollecitare l’alleanza tra Pd e Cinque stelle contro la destra.

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Droga, “Diabolik” a capo dei narcos a Roma. 51 arresti. In nove mesi spacciata droga per 120 milioni

venerdì, Novembre 29th, 2019

di FEDERICA ANGELI

È un sistema “nuovo e complesso di spaccio su Roma” spiega il procuratore capo Michele Prestipino in apertuta della conferenza che annuncia 51 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di narcotrafficanti che approviggionavano la capitale di cocaina, hashish e marijuana. Ordinanze eseguite dal Comando provinciale della Finanza e dagli uomino del Gico.

Ai vertici dell’organizzazione c’era Fabrizio Piscitelli, ucciso il 7 agosto al Parco degli Acquedotti, e con lui il suo braccio destro, il broker Fabrizio Fabietti.

Droga a Roma, 51 arresti: “Il gruppo criminale aveva una batteria di picchiatori ex pugili”

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Mes, cos’è e come funziona il Meccanismo europeo di stabilità: il nuovo fondo salva-Stati

venerdì, Novembre 29th, 2019

di Francesca Basso

Cos’è il Mes

Mes è l’acronimo di Meccanismo europeo di stabilità, in inglese Esm (spesso usato in alternativa a Mes). Il Mes è stato creato nell’ottobre 2012 in sostituzione del Fondo europeo di stabilità (Fesf), più comunemente chiamato Fondo salva–Stati Efsf, un meccanismo temporaneo istituito nel 2010 per far fronte alla crisi del debito sovrano. Entrambi sono stati usati per aiutare gli Stati dell’Eurozona in difficoltà. I due fondi sono rimasti due entità legali distinte e possono contare su un capitale teorico di oltre 700 miliardi di euro. Da quando sono operativi hanno già erogato prestiti per 254,5 miliardi di euro a cinque diversi Stati: Grecia (per tre volte), Irlanda, Cipro, Portogallo e Spagna.
LEGGI ANCHE:
– Alta tensione sul fondo salva Stati Ue. Di Maio attacca. I 5 Stelle a Conte: bisogna chiarire

– Fondo salva Stati, Moscovici: «Decisivo, altrimenti banche a rischio»

Come funziona il Mes

L’accesso all’assistenza finanziaria del Mes viene offerta sulla base di una rigorosa condizionalità politica nell’ambito di un programma di aggiustamento macroeconomico e di un’analisi della sostenibilità del debito pubblico effettuata dalla Commissione insieme al Fondo monetario internazionale (Fmi) e di concerto con la Banca centrale europea (Bce). Il Mes può aiutare gli Stati in difficoltà in modi diversi: prestiti economici; acquisti di titoli di Stato sul mercato primario e secondario; linee di credito precauzionali; prestiti per la ricapitalizzazione indiretta delle banche; ricapitalizzazioni dirette delle banche (finora mai utilizzate).

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Di Maio non molla la presa, Palazzo Chigi pronti a congelare il salva-Stati

venerdì, Novembre 29th, 2019

di Monica Guerzoni

Di Maio non molla la presa, Palazzo Chigi pronti a congelare il salva-Stati

Vista da fuori, la maggioranza di Giuseppe Conte sembra pronta al collasso. La confusione è all’apice e i partiti di maggioranza litigano a tutto campo, dal Mes alla prescrizione, dalle regionali alla fondazione Open. Eppure, negli ultimi due giorni, a Palazzo Chigi si sono convinti che «il governo reggerà», anche dopo una eventuale sconfitta del Pd in Emilia Romagna, il 26 gennaio. Non a caso Conte dall’Africa parla di rilancio dell’esecutivo e mette in agenda «riforme di più ampio respiro». E Zingaretti approva, al punto da invocare una «visione condivisa del futuro».

Il mezzo miracolo, della cui durata è lecito dubitare, si deve alla grande paura di andare tutti a casa e al ritrovato asse tra Conte e Di Maio dopo la trasferta romana di Grillo. Lo stato della maggioranza era arrivato a un tale punto di logoramento che premier, capi delegazione e ministri si sono messi a tessere una rete a protezione del governo. La prima verifica si avrà lunedì nell’aula della Camera, quando il presidente del Consiglio cercherà di disinnescare la mina del Mes, il cosiddetto trattato Salva Stati. Con la propaganda sovranista di Salvini che seduce molti parlamentari 5 Stelle, Di Maio paventa uno «stritola Stati» e Conte, che non può permettersi strappi, medita di assecondarlo.

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Borse, tornano le tensioni Usa-Cina. Milano chiude in rosso

giovedì, Novembre 28th, 2019

di Chiara Di Cristofaro e Cheo Condina

Le ultime da radiocor

Seduta fiacca per le Borse europee che prive del faro di Wall Street (chiusa per il Giorno del Ringraziamento) archiviano la giornata in leggero ribasso. Hanno pesato, ma non più di tanto, le nuove tensioni tra Usa e Cina dopo il sostegno di Donald Trump ai manifestanti di Hong Kong: secondo i media americani ciò non dovrebbe influire negativamente sulle trattative commerciali tra le due super potenze.

Nel Vecchio Continente Milano è la peggiore (-0,61%), con lo spread che chiude sopra 170 punti base: sul listino principale perdono terreno le banche, Cnh Industrial (-1,8%), Azimut (-1,8%) ma soprattutto Atlantia (-2,4%). Anche il Pd sarebbe ora propenso alla revoca della concessione e così il titolo della holding controllata dalla famiglia Benetton è tornato ai minimi da metà settembre, quando era emerso il nuovo filone dell’inchiesta della Procura di Genova sulla manutenzione dei viadotti di Autostrade per l’Italia e il Ceo Giovanni Castellucci era stato costretto a dimettersi.

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Banche, rapporto shock: margini a picco e 70mila posti a rischio in 5 anni

giovedì, Novembre 28th, 2019

di Alessandro Graziani

Cinque miliardi di costi da tagliare a livello di sistema per restare nei prossimi anni almeno con la (scarsa) redditività attuale. Il doppio (10 miliardi) per mettersi in pari con la media del sistema in Europa. Ma soprattutto un ripensamento totale del business model: rivoluzionando gli attivi di bilancio, utilizzando gli advanced analytics nella gestione del credito e prendendo atto che l’industria non è più labour intensive e richiede meno personale almeno per metà da riqualificare in chiave digital. È questa la ricetta che la società di consulenza internazionale Oliver Wyman evidenzia nel rapporto dal titolo «Banche italiane su un piano inclinato» che Il Sole24Ore pubblica in esclusiva.

La discontinuità industriale che, secondo Oliver Wyman, è necessaria e addirittura urgente parte da uno scenario macroeconomico prudente e “benevolo”, che ipotizza il perdurare dell’attuale bassa crescita e bassi tassi. In caso di nuove crisi finanziarie o di recessione, la ricetta potrebbe essere ben peggiore. «Senza nuove crisi, senza recessione, senza aumenti di capitale significativi dovuti alla nuova regolamentazione – spiega Claudio Torcellan, partner di Oliver Wyman – la nostra ipotesi è che nei prossimi cinque anni la media delle banche italiane vedrà una riduzione dei ricavi, in termini di margine di intermediazione, del 10% con punte del 15% per quelle più esposte sul credito e sui titoli di stato».

EVOLUZIONE ATTESA DEL MARGINE DI INTERMEDIAZIONE

Principali banche italiane. Var.% sul bilancio 2018. (Fonte: Resoconti annuali di esercizio, analisi Oliver Wyman)

EVOLUZIONE ATTESA DEL MARGINE DI INTERMEDIAZIONE
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