Un tentativo scientifico di destabilizzazione

Mettetevi nei panni del segretario del Pd, magari solo nelle ultime 48 ore, anche se la prospettiva è da brivido. Arriva una telefonata da Bologna: “Nicola, tieniti forte. Sai perché Di Maio ha incontrato la Gabanelli qualche giorno fa?”. Riposta: “No perché?”. L’altro: “Le ha chiesto se si voleva candidare contro Bonaccini, è proprio una mossa per farci male”. È chiaro il perché: la popolare giornalista, già candidata da Beppe Grillo al Quirinale qualche anno fa, avrebbe rappresentato, in una battaglia sul filo di pochi voti, la sconfitta sicura per il Pd. Avrebbe, perché al momento la giornalista sembra aver detto di no. Almeno questo risulta al Pd.

Sempre nei panni del segretario del Pd, affrontate il nodo Calabria. Lunedì l’accordo tra Pd e Cinque stelle sembrava fatto, dopo due riunioni a Roma, la seconda fino a serata inoltrata. Da un lato Stefano Graziano, ex parlamentare e commissario del Pd in Calabria e Nicola Oddati, della segreteria nazionale del Pd, con delega al Mezzogiorno. Dall’altro Paolo Parentela e Anna Laura Orrico, parlamentari calabresi dei Cinque stelle, che hanno il mandato a trattare. Nei giorni precedenti, proprio in Calabria, erano usciti appelli dei sindacati, imprenditori antimafia, mondi non lontani dai Cinque stelle per sollecitare l’alleanza tra Pd e Cinque stelle contro la destra.

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