Archive for the ‘Cronaca’ Category

Incidente a Casal Palocco a Roma: Suv di youtuber travolge Smart e uccide Manuel, 5 anni. I video postati in Rete prima dello schianto

giovedì, Giugno 15th, 2023

di Rinaldo Frignani e Bianca Michelangeli

Un 20enne è indagato per omicidio e lesioni stradali. Gravi la mamma e la sorellina del piccolo. Il giovane e 4 amici fanno parte del gruppo «TheBorderline»: organizzano sfide su supercar prese a noleggio 

Roma, incidente a Casal Palocco tra tre auto: è morto il bimbo di 5 anni, gravissima la sorella di 3 anni
Le auto coinvolte nell’incidente in cui è morto il bambino di 5 anni a Roma (Barsoum/LaPresse)

La mamma lo aveva appena ripreso dall’asilo insieme con la sorellina minore. Manuel Proietti, di soli cinque anni, sedeva sul seggiolino di sicurezza accanto alla madre, di 29, mentre l’altra bimba era dietro sulla Smart quattro porte che percorreva via di Macchia Saponara, a Casal Palocco, quartiere residenziale fra Roma e Ostia. 

All’improvviso la city car è stata travolta da un Suv Lamborghini Urus azzurro lanciato a tutta velocità sulla corsia opposta. Un urto micidiale: il piccolo Manuel è morto poco dopo al pronto soccorso dell’ospedale Grassi dove è stato trasportato in ambulanza. Mamma e sorellina sono in prognosi riservata al Sant’Eugenio.

Sequestrati i telefonini 

I cinque ragazzi sul Suv, preso a noleggio in un autosalone di vetture di lusso in via del Torraccio di Torrenova, dalla parte opposta della Capitale, sono stati fermati dai vigili urbani. A tutti sono stati sequestrati i telefonini con i video. 

Da due giorni si aggiravano per il quartiere filmandosi per le strade sullo stesso veicolo. Il papà di Manuel, accorso a piedi sul luogo dell’incidente, ha tentato di aggredire il conducente della Lamborghini ed è stato bloccato dalle persone presenti.

Il gruppo «Theborderline» da 600mila follower

Il conducente del Suv è stato sottoposto ad alcoltest e drugtest — sarebbero entrambi negativi —, ma a impressionare è quello che poco dopo hanno scoperto gli investigatori della Municipale: i cinque sull’auto investitrice — quattro ragazzi e una ragazza — fanno parte di un gruppo presente su Youtube con 600 mila iscritti e oltre 152 milioni di visualizzazioni dal 2020, che organizza sfide online con votazioni, clic a pagamento e premi in denaro, fra le quali anche rimanere in auto per cinquanta ore di seguito. 

Le sfide in auto per 50 ore di seguito 

«Non siamo ricchi ma ci piace spendere per farvi divertire a voi! Tutto quello che facciamo si basa su di voi, più supporto ci date più contenuti costosi e divertenti porteremo, tra sfide, challenge e scherzi di ogni tipo cercheremo di strapparvi una risata in ogni momento», è scritto sulla loro pagina con «Obiettivo finale? Regalare a qualcuno di voi un milione di euro (Probabilmente non accadrà mai, ma è il nostro obbiettivo)». 

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L’abbraccio dei 5 figli durante la messa privata nella villa di Arcore: «Dolcissimo papà, grazie per la vita»

mercoledì, Giugno 14th, 2023

di Gianni Santucci

Momenti di commozione profonda tra i cinque eredi. Il ricordo sulle pagine del Corriere:  «Grazie per l’amore. Vivrai sempre dentro di noi»

Berlusconi

Nella cappella di villa San Martino, ad Arcore, la famiglia s’era ritrovata il 5 febbraio del 2008, per la messa funebre di Rosa Bossi Berlusconi, deceduta due giorni prima, a 97 anni. E poi ancora l’anno dopo, nel febbraio 2009, per un altro lutto, il decesso di Maria Antonietta, Etta, la secondogenita di mamma Rosa, morta a 65 anni. Cerimonie funebri in forma privata, non più di venti persone, parenti e pochi amici, molto vicini. Lì, nella stessa cappella della villa di Arcore, si è tenuta una messa anche martedì, a metà del mattino, con un senso di raccoglimento ancor più intenso, col fratello Paolo e i cinque figli intorno al feretro di Silvio Berlusconi. 

Mercoledì in Duomo, con le telecamere e i fotografi, i cittadini e le istituzioni, i ministri, i capi di governo e le scorte, la dimensione pubblica riprenderà tutto il suo spazio. Il giorno prima è stato una sorta di funerale intimo, esclusivamente familiare, con momenti di commozione profonda, e un raccoglimento che ha lasciato trasparire un’impressione di forte vicinanza tra Marina e Pier Silvio, figli della prima moglie di Berlusconi, e i ragazzi più giovani, figli delle seconde nozze, Barbara, Eleonora e Luigi. Come se davanti alla morte del padre abbiano trovato un’unione diversa, capace in qualche modo di colmare una distanza che sempre c’è stata.
Che quel senso d’unità resista anche in futuro non è possibile dirlo, e però i cinque figli di Berlusconi hanno voluto comunicarlo anche all’esterno, con la pagina acquistata sul Corriere della Sera nella quale si rivolgono al «Dolcissimo papà», e gli dicono: «Grazie per la vita. Grazie per l’amore. Vivrai sempre dentro di noi». Firmato semplicemente Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora, Luigi, sopra una foto di Berlusconi di profilo, sorridente.

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La mamma di Kata, scomparsa a Firenze: «Presa da qualcuno che conosceva, ai carabinieri ho detto chi è»

lunedì, Giugno 12th, 2023

di Jacopo Storni

«Lancio un appello a tutti, alla comunità peruviana ma anche a tutti i cittadini di Firenze: è la mia bambina, riportatemela»

Kata scomparsa a Firenze a 5 anni, la mamma: «Presa da qualcuno che conosceva, ai carabinieri ho detto chi è»

Katherine si aggira per il cortile fatiscente dove è stata vista sua figlia per l’ultima volta. Incontra le operatrici dell’associazione Penelope, che lavora sul fronte delle persone scomparse. Scrive il suo nome in stampatello su un foglio, poi parla con i carabinieri. E poi scoppia a piangere, si copre il volto con le mani. Indossa un cappellino nero con la scritta Armani, la visiera abbassata per nascondere gli occhi. Ha un giubbotto di jeans e i pantaloni grigi di una tuta, le scarpe da ginnastica. Esce e rientra nel palazzo. Cammina per le strade del quartiere urlando a squarciagola il nome della figlia scomparsa. Ma nessuno le risponde. E allora piange ancora. Non dorme da oltre 24 ore.

Poco prima di pranzo, ieri mattina, ha un lieve malore e viene trasferita al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Nuova, dove viene sedata e dove incontra uno psicologo messo a disposizione dai servizi sociali del Comune.

Quando ha visto per l’ultima volta sua figlia Kata?
«Io lavoro come commessa al supermercato Carrefour e sabato mattina l’ho salutata come ogni mattina mentre uscivo per andare a lavorare.
Quando poi sono tornata dal lavoro sabato pomeriggio non ho trovato la mia bambina».

A chi l’aveva lasciata?
«L’avevo lasciata a una amica di cui mi fido».

Chi l’ha vista per l’ultima volta?
«È stata proprio questa mia amica ad averla vista per l’ultima volta, era con la sua figlioletta a giocare, nei corridoi e nel cortile del palazzo. Da quel momento ancora non abbiamo più notizie. Forse me l’hanno portata via, è impossibile che lei si sia persa da sola. Penso che qualcuno che conosceva l’abbia presa. Ho detto ai carabinieri chi possono essere queste persone».

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Di Battista sulle orme di Grillo. Ora ci prova con il teatro

sabato, Giugno 10th, 2023

Pasquale Napolitano

Dibba trova finalmente la sua strada: farà l’attore. L’enfant prodige del M5s segue le orme del suo mentore Beppe Grillo e si dà al teatro. Le ha provate tutte, prima di salire sul palcoscenico: è stato politico, barista, giornalista, scrittore, opinionista, cooperante, reporter, insegnante, attivista, pacifista, ambientalista. Alla fine ha capito di aver un talento innato, come il comico Grillo, per lo spettacolo. Per il cabaret, insomma. Alessandro Di Battista, nato animatore nei villaggi e portato in Parlamento nel 2013 dagli italiani per fare la rivoluzione, sembra aver imboccato la strada dello showman. Senza indugi. È questo il futuro che attende il Che grillino, andato via dal Movimento sbattendo la porta dopo l’appoggio al governo Draghi. Ora si prepara a girare l’Italia, passando da un teatro all’altro, per promuovere il suo spettacolo. Una vocazione confermata dal successo di pubblico e incassi nelle prime due serate nella Capitale: il primo e il 5 giugno Di Battista si è esibito al teatro di Tor Bella Monaca, quartiere romano. Sold out. Tutto esaurito per «l’attore Dibba». Il botto. Emozione. Il suo agente sta già pianificando le prossime tappe. Sarà un successo. L’ex grillino è raggiante: «1200 persone hanno assistito il 1 ed il 5 giugno al monologo Assange, colpirne uno per educarne cento. È un monologo che ho scritto e che ho messo in scena grazie ad una squadra fantastica. 1200 persone non sono poche, segno che il tema (contrariamente a quel che sostengono i giornalisti mainstream che celano la loro pavidità dietro alla scusa degli ascolti) interessa eccome. È un monologo che ripercorre la storia di Wikileaks ricordando tutto quel che l’organizzazione giornalistica creata da Assange e da altri attivisti ha pubblicato. Scoop sensazionali, notizie sconvolgenti, informazioni di indubbia utilità pubblica. «Molte cose le abbiamo dimenticate. È stato il gioco del sistema del resto. Distruggere Assange con accuse false, con complotti mediatici, con distrazioni di massa per farci scordare quel che ci ha permesso di conoscere. Nel monologo parlo di Iraq, Afghanistan, Libia, del complesso militare-industriale Usa, della sorveglianza di massa da parte della Nsa, dei memorandum di propaganda mediatica realizzati dalla Cia, dell’industria delle armi e della finanza che la controlla», commenta l’ex parlamentare. È davvero la volta buona. Di Battista sfonderà. Tony Servillo è nel panico. Dibba vuole rubargli la scena e il pubblico. La tentazione di ritornare in pista in politica c’è ancora: prima di sposare la nuova passione del teatro, Di Battista ha fondato l’associazione Schierarsi, riallacciando i rapporti con gli ex grillini delusi. L’ipotesi di una candidatura alle Europee non è definitivamente tramontata. Vorrebbe puntare tutto sulla battaglia pacifista. Dopo l’addio al Parlamento, Di Battista si è cucito l’abito del rivoluzionario in viaggio con zainetto e felpa. Per le strade di Roma o al salone del libro di Torino il dress code è lo stesso.

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Incendio Colli Aniene, ci sono i primi indagati. In Procura 40 ore di filmati

sabato, Giugno 10th, 2023

Massimiliano Gobbi e Augusto Parboni

Superbonus sotto accusa nelle indagini sull’incendio di Colli Aniene, il rogo che lo scorso 2 giugno ha coinvolto una palazzina di 7 piani in via Edoardo d’Onofrio provocando un morto e 16 feriti. Dopo aver ricevuto da parte dei vigili del fuoco 40 ore di registrazioni e una montagna di immagini riguardo al rogo scoppiato a Colli Aniene, la procura ha deciso di iscrivere i primi nomi sul registro degli indagati. Gli investigatori che hanno ricevuto la scorsa settimana la delega dalla procura, hanno infatti consegnato al procuratore aggiunto Giovanni Conzo una serie di informative contenenti, tra l’altro, materiale video e fotografico, che, dopo essere stato esaminato dagli inquirenti, hanno portato alla decisione di indagare i primi nomi sul «modello 21». Una scelta presa per poter svolgere nei prossimi giorni una serie di accertamenti tecnici.

Inviate le prime relazioni in procura, sul fronte delle indagini si continua a lavorare per capire da dove sia partito l’innesco, concentrando tutto il lavoro sul cantiere, in particolar modo nell’area del deposito dove si trovava gran parte dei materiali da utilizzare per completare i lavori del super bonus sulla palazzina.

La lente degli investigatori si sta soffermando proprio sul materiale usato per realizzare il cappotto termico al fine di stabilire il rispetto della certificazione dei pannelli in merito al grado di infiammabilità, la pericolosità del ponteggio andato in fiamme, ma soprattutto il punto di innesco, se interno o esterno della facciata. Dal comando dei vigili del fuoco di Roma e dal Nia, il nucleo investigativo anticendio, intanto, sono partiti tutti i rilievi sul materiale con «prove tecniche» che in questi giorni verranno analizzate presso il laboratorio dei vigili del fuoco di Capannelle.

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Rai, “cade il fortino della sinistra”. Bomba-talk show: il nome a sorpresa

venerdì, Giugno 9th, 2023

Si è tenuta la Commissione di Vigilanza Rai con il nuovo amministratore delegato, Roberto Sergio, e il direttore generale Giampaolo Rossi. Primi passi del servizio pubblico nell’era del governo di centrodestra. Sgonfiate le polemiche sugli addii di Fabio Fazio e Lucia Annunziata, continua il lavoro a viale Mazzini su palinsesti (andranno presentati tra meno di un mese), programmi e conduttori. Grande attenzione per i settori dell’informazione e dell’approfondimento. Le ultime novità indicate dai retroscena riguardano la terza rete, che pare destinata a perdere l’impronta di feudo della sinistra. “Cade pure il fortino Agorà, di Rai3”, scrive il Foglio. Per il quotidiano Monica Giandotti il prossimo anno non ci sarà. Le novità riguardano il borsino dei nuovi possibili conduttori del talk show del mattino. 

Si parte innanzitutto dall’edizione estiva, che dovrebbe essere condotta da Lorenzo Lo Basso. “In inverno, Agorà, verrà invece divisa in due parti. Al posto di Giandotti si fa il nome di Ilaria D’Amico, che ha ancora un anno di esclusiva con la Rai, ma pure quello di Lisa Marzoli”, sono i nomi – il primo piuttosto a sorpresa – indicati insieme a quello di Laura Tecce. Manuela Moreno, del Tg2, dovrebbe invece condurre Filo rosso. 

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Bimba morta in auto, la dimenticanza del papà e il ritrovamento della madre

giovedì, Giugno 8th, 2023

Sarebbe stata dimenticata in auto dal papà, un carabiniere impiegato negli uffici della Direzione generale del Personale militare del ministero della Difesa, la bimba di un anno trovata senza vita oggi pomeriggio in un veicolo in via dei Fucilieri, in zona Cecchignola a Roma. Le indagini sono ancora in corso ma l’ipotesi più accreditata al momento – secondo l’agenzia Dire – sarebbe quella secondo cui l’uomo stamattina, andando a lavoro, si sarebbe recato direttamente in ufficio dimenticandosi di lasciare la figlioletta all’asilo aziendale, nella struttura adiacente. A ritrovare la piccola, infatti, è stata la madre recandosi al nido per riportarla a casa: le maestre le hanno detto che stamattina non era stata portata in asilo, così la donna si è avvicinata all’auto del marito, parcheggiata nelle vicinanze, e ha ritrovato la bimba priva di sensi all’interno. Al momento comunque gli inquirenti stanno ancora indagando per ricostruire la vicenda, con i genitori della piccola entrambi in stato di forte shock.

La piccola trovata morta potrebbe essere l’undicesima vittima in 25 anni della cosiddetta «Sindrome del bambino dimenticato» (‘Forgotten baby syndrome’). Una tragica Spoon River iniziata nel luglio 1998 a Catania, con la morte di Andrea, 2 anni, e proseguita poi nel tempo a Merate (Lecco), Teramo, Passignano sul Trasimeno (Perugia), Piacenza, Vicenza, Firenze, Arezzo, Pisa, San Piero a Grado (Pisa) e ancora Catania, nel settembre del 2019. Elena, Jacopo, Luca, Gioia, Tamara, Giorgia, età compresa tra gli 11 mesi e i due anni, vittime di ‘abbandoni’ involontari di mamme o papà andati al lavoro o tornati a casa convinti di averli invece portati all’asilo, dai nonni, dalla baby sitter. 

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Bibbiano, Claudio Foti assolto: «Mi chiamavano boss e lupo, ora vorrei incontrare la ragazza dell’inchiesta affidi»

giovedì, Giugno 8th, 2023

di Margherita Grassi

Lo psicoterapeuta e fondatore di Hansel&Gretel: «Smontato tutto il castello di  pregiudizi. Dovrò avere pazienza, perché ci saranno residui non so per quanto tempo ancora. Sono felice, riconosciute giustizia e verità»

Claudio Foti, a sinistra, all’uscita del tribunale di Reggio Emilia
Claudio Foti in tribunale a Reggio Emilia

«Boss degli affidi, lupo di Bibbiano. Mi chiamavano così, ma si rende conto? Nella rete ci sono sacche di ignoranza, odio e stupidità e si possono costruire identità negative a partire dal niente». Claudio Foti è un fiume in piena. È come se volesse buttare fuori tutti i non detti di quattro anni, passati dalla deflagrazione dell’inchiesta sui presunti affidi illeciti in val d’Enza (giugno 2019), alla condanna in primo grado a 4 anni (novembre 2021) fino all’assoluzione piena in Appello. Lo psicoterapeuta era accusato di abuso d’ufficio e di lesioni per aver «provocato depressione» a una 17enne tramite «domande suggestive». La procura generale di Bologna valuterà i margini per un ricorso in Cassazione una volta lette le motivazioni. «Cos’è che fa sì che quel disturbo sia riconducibile proprio a ciò che lo psicoterapeuta ha fatto? Quando non si è in grado dimostrarlo, il nesso causale non esiste, ma c’è la presunzione di imporre un colpevole», dice il suo avvocato Luca Bauccio.

Foti, che sensazione prevale in lei?
«Sollievo, soddisfazione, gioia. C’è stato un riconoscimento di giustizia e verità. Al contempo, la reiterazione dei comportamenti di ingiustizia e di manipolazione della verità quasi mi danno la sensazione che non sia ancora vero».

Quindi è sorpreso della sua assoluzione?
«L’essere umano ha bisogno di adattarsi anche alle situazioni più terribili, ma l’effetto è anche una sensazione di non piena consapevolezza. Ma è accaduto ciò che è assolutamente giusto, ciò che in una comunità civile ci si attende. I giudici in maniera più serena, approfondita e indipendente hanno valutato la mole di documenti e argomentazioni e hanno avuto il coraggio di ascoltare le ragioni del diritto andando contro una montagna di pregiudizi. Ma le videoregistrazioni le volete vedere o no?». LEGGI ANCHE

Si riferisce alle videoregistrazioni delle terapie con la ragazza in questione. Cambierebbe qualcosa nel suo modo di procedere? Cos’è che stabilisce cosa sia giusto e sbagliato in questo campo?
«Non c’è stato nulla che possa, sul piano dei fatti, legittimare le accuse. Ho fatto una terapia corretta, gentile, empatica, rispettosa del paziente e delle procedure. Dovrò avere pazienza, perché ci saranno residui non so per quanto tempo ancora. Credo che il giudice non abbia il diritto di entrare di soppiatto nella stanza della psicoterapia: è la comunità scientifica a doverne discutere, a meno che non si intravedano comportamenti di minaccia, violenza o grave scorrettezza deontologica».

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Memoria corta di sinistra e grillini

martedì, Giugno 6th, 2023

Raffaele Marmo

La sinistra, i grillini e i loro mentori che gridano allo scandalo e evocano tentazioni alla Orban o alla Trump per l’intervento del governo sui controlli della Corte dei Conti dovrebbero leggere Massimo D’Alema e, magari, anche Eugenio Scalfari.

Ne La grande occasione, il libro scritto (con Gianni Cuperlo) dal lìder maximo sull’esperienza fallimentare (purtroppo per il Paese, vale aggiungere) della Bicamerale, D’Alema racconta di come volesse intervenire sulla Corte dei Conti e sul Consiglio di Stato per togliere a queste istituzioni la funzione giurisdizionale. Ebbene, per dire che cosa accadde, bastano le sue parole.

“Nessuno pensava, dunque – spiega – di sopprimere il Consiglio di Stato o la Corte dei Conti, ma solo di rendere questi due organi più efficienti. Anche se era del tutto legittimo che venissero espresse posizioni più radicali, come quella di Scalfari che, sulle colonne di Repubblica, aveva avanzato provocatoriamente l’idea di abolire il Consiglio di Stato, stimolando la replica risentita del suo presidente Laschena e un dibattito particolarmente vivace”.

Ma il meglio, si fa per dire, doveva venire proprio dalla Corte dei Conti. “Nel caso della Corte dei conti – insiste D’Alema – invece, ricordo di aver ricevuto, in quel periodo, una lettera anonima in una busta intestata della Corte, con la quale un sedicente gruppo di magistrati mi “consigliava“ minacciosamente di sostenere un certo nucleo di emendamenti”.

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Esplode il caso Gay Pride “Difendono l’utero in affitto” La Regione: via il patrocinio

martedì, Giugno 6th, 2023

di Giovanni Rossi

Contrordine, Fratelli. Il Roma Pride fa scoppiare un caso politico. Prima la Regione Lazio guidata dal meloniano Francesco Rocca concede il patrocinio all’evento della comunità Lgbtq+ (sabato 10 giugno la parata finale), con tanto di applausi del Pd capitolino. Poi, sotto la spinta delle associazioni Pro Vita, Rocca ci ripensa e revoca il sostegno concesso. Un comunicato della Regione accusa gli organizzatori di aver violato “le condizioni esplicitamente richieste”. “Buona fede” tradita, è la motivazione del dietrofront.

Tutto ruota attorno al manifesto dell’evento intitolato ’Queeresistenza’. Il testo che lo accompagna riporta le storiche richieste della comunità Lgbtq+: “Vogliamo una legge che introduca e disciplini anche in Italia una gestazione per altri (Gpa) etica e solidale, che si basi sul pieno rispetto di tutte le persone coinvolte, sulla scorta delle più avanzate esperienze internazionali”. Nulla di nuovo, se non il fatto che, proprio nei giorni scorsi, la maggioranza ha avviato l’iter parlamentare – giuridicamente assai complesso, forse impraticabile – per trasformare la Gpa in reato cosiddetto “universale” perseguibile anche se commesso all’estero (in Italia la Gpa è fuorilegge già dal 2004). Fa niente se Ucraina, Canada o alcuni Stati Usa includono la Gpa nei propri sistemi sanitari.

La destra tradizionalista non ci sta, si infuria per il supposto tradimento di Rocca e presenta il conto: “Ci chiediamo se il centrodestra non sia in preda a una schizofrenia – chiede Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus –. Perché il documento politico del Pride è chiaro: legalizzazione dell’utero in affitto, matrimonio egualitario, adozioni per coppie dello stesso sesso, trascrizioni anagrafiche per i ‘figli’ delle coppie gay, identità di genere, progetti gender nelle scuole di ogni ordine e grado. Il patrocinio va immediatamente ritirato per rispetto a tutti quegli elettori che hanno votato Rocca e la sua amministrazione”. Richiesta esaudita.

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