Archive for the ‘Lombardia’ Category

Brescia, lanciate due bottiglie incendiarie contro centro vaccinale | Il sindaco a Tgcom24: “Gesto che lascia sbigottiti”

sabato, Aprile 3rd, 2021

Due bottiglie incendiarie sono state lanciate all’alba contro il centro vaccinale di via Morelli a Brescia. Non si registrano feriti, ma sono ancora da quantificare i danni. Il centro è stato realizzato con i fondi della raccolta AiutiAMO Brescia avviata nella prima ondata della pandemia. Le indagini sono affidate alle forze dell’ordine. Il sindaco Emilio Del Bono a Tgcom24: “Un gesto che lascia sbigottiti”.

Sono limitati a un tendone adibito a sala mensa i danni al centro vaccinale di Brescia colpito all’alba dalle due bottiglie incendiarie – in un primo momento sembrava una sola molotov – lanciate dalla strada. Una parte della struttura è stata parzialmente bruciata.

Gli inquirenti stanno provando a ricostruire l’accaduto anche attraverso le telecamere di sicurezza installate in strada.

Due settimane fa a Roma era stato incendiato il portone d’ingresso dell’Istituto superiore di Sanità.

TGCOM

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Prenotazione vaccino Covid in Lombardia con Poste Italiane oggi al via. «Tutti immunizzati entro il 18 luglio»

venerdì, Aprile 2nd, 2021

di Stefania Chiale

Prenotazione vaccino Covid in Lombardia con Poste Italiane oggi al via. «Tutti immunizzati entro il 18 luglio»

C’è un nuovo portale, c’è una mappa di centri vaccinali massivi, c’è un calendario, con date e fasce d’età che offrono un orizzonte e risposte ai cittadini non ancora coinvolti nella campagna di immunizzazione contro il Covid. E c’è un obiettivo: il 18 luglio. Entro quella data, nel migliore degli scenari messi nero su bianco, contando sul rispetto delle consegne promesse dalla struttura commissariale nazionale, la Regione punta a inoculare a tutti i lombardi la prima (o unica: come sarà con Johnson & Johnson) dose. Se così non fosse, si slitterebbe al 20 ottobre: ma non gioverebbe a nessuno, tanto meno al piano targato generale Figliuolo. Perché senza la Lombardia a pieno regime, alle 500 mila somministrazioni al giorno l’Italia non arriva.

I centri massivi

Si parte con un giorno di anticipo rispetto a quando annunciato mercoledì: da stamattina, allo scoccare delle 8, i cittadini possono registrarsi — o meglio, prenotarsi direttamente — sul nuovo portale di Poste Italiane, creato specificatamente per Regione Lombardia (qui tutte le novità). Che così approda alla campagna di massa, con cui si pone l’obiettivo di immunizzare dal 12 aprile 6,6 milioni di lombardi. Strumento per arrivarci, oltre al nuovo portale, è la mappa, e la conseguenze capacità vaccinale, dei grandi centri massivi: «Sono 76 i centri vaccinali massivi — ha illustrato ieri il responsabile della campagna Guido Bertolaso — per 450 linee che saranno attive dal 12 al 30 aprile», e che garantiranno «65 mila dosi come massima somministrazione giornaliera».

Dal primo maggio, però, quando è stato «assicurato che ci saranno forniture maggiori di vaccini, avremo pronte — continua Bertolaso — oltre 1.000 linee, con una produzione quotidiana di oltre 144 mila dosi al giorno».

Le tappe

La campagna di massa procederà per fasce d’età. Si parte dai 75-79enni: sono loro i primi a potersi prenotare dalle 8 di stamattina. Per i 449.862 lombardi in questione la somministrazione andrà, con l’attuale disponibilità di dosi, alla velocità di 35 mila al giorno: inizierà il 12 e terminerà il 26 aprile. Secondo passaggio: il 15 aprile si apriranno le prenotazioni per 546.312 cittadini tra i 70 e i 74 anni. Siccome dopo il 15 aprile la Lombardia avrà ulteriori forniture, si pensa di poter salire a 65 mila somministrazioni al giorno: iniziando il 27 aprile, si terminerà con questa fascia d’età l’8 maggio. Se così non fosse, si andrà al 12 maggio.

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Camici, l’indagine su Fontana: autoriciclaggio e falso in voluntary, richiesta di rogatoria alla Svizzera

mercoledì, Marzo 31st, 2021

di Luigi Ferrarella

Camici, l'indagine su Fontana: autoriciclaggio e falso in voluntary, richiesta di rogatoria alla Svizzera

Supplemento di indagine, con richiesta di rogatoria e cioè di assistenza giudiziaria in Svizzera per l’ipotesi di autoriciclaggio e falso in voluntary, nell’indagine della Procura di Milano sul presidente leghista della Regione Lombardia, Attilio Fontana, indagato per turbativa d’asta e frode in pubbliche forniture alla centrale acquisti regionale «Aria spa», dopo che la «Dama spa» del cognato Andrea Dini aveva tramutato in «donazione» (e non completato) la «fornitura» invece pattuita il 16 aprile 2020 come affidamento diretto da 513.000 euro per 75.000 camici e 7.000 set sanitari.

La vicenda era emersa perché Fontana, volendo in qualche modo risarcire il cognato del mancato profitto, aveva cercato di bonificargli di tasca propria (prima dello stop della sua fiduciaria per le anomalie dell’operazione in base agli indici antiriciclaggio) 250.000 euro attingendo i soldi da un proprio conto in Svizzera all’«Ubs», del tutto lecito da quando nel settembre 2015, come erede della madre morta a 92 anni, Fontana aveva utilizzato (senza mai dirlo pubblicamente nella sua attività politica) la legge sulla «voluntary disclosure» per regolarizzare 5,3 milioni detenuti su quel conto svizzero da «trust» alle Bahamas costituiti nel 2005 e 1997.

Adesso, quando al tirare le somme giuridiche sulla fornitura/donazione manca ormai poco alla Procura, i pm fanno sapere con un comunicato (anticipato e concordato con il difensore di Fontana Jacopo Pensa e Tommaso Papa in visita stamattina due volte al procuratore Greco) di voler cercare gli ultimi chiarimenti sulla documentazione bancaria del conto della madre scudato da Fontana, e a questo scopo di aver inoltrato alla Svizzera una richiesta di assistenza giudiziaria per chiarire alcuni movimenti finanziari.

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Movida a Milano: feste in casa e in b&b, grigliate e locali aperti senza mascherine. Aumentano le multe

domenica, Marzo 28th, 2021

La zona rossa non ferma feste clandestine, grigliate e locali aperti. Superlavoro per polizia e carabinieri impegnati nei controlli anti contagio nel fine settimana. Dopo le tre chiusure imposte venerdì sera ad altrettanti locali (tra i quali lo storico Jamaica di Brera) sabato sera è toccato ad un altro nome noto della movida milanese, il «White rabbit» di via Garigliano all’Isola(qui sotto l’episodio del podcast «Corriere Daily» con le voci e la musica registrate due settimane fa all’interno del locale aperto abusivamente ).

La polizia ha notato uno strano viavai all’interno del locale e quando gli agenti sono entrati per un controllo hanno trovato dieci clienti seduti ai tavoli senza mascherina e tranquillamente impegnati a bere e chiacchierare. Per loro è scattata la multa di 400 euro mentre il titolare del locale è stato sanzionato con il fermo della licenza per cinque giorni. Non era la prima volta che le forze dell’ordine riscontravano problemi nel locale. Identica sanzione per il ristorante «Panghea» di via Valenza, a Porta Genova. Diverse chiamate al 112 hanno segnalato la presenza di clienti all’interno. Quando i poliziotti sono arrivati ce n’erano 14, tutti seduti ai tavoli. Anche in questo caso multe per gli «ospiti» e chiusura per cinque giorni del locale. A far scattare le segnalazioni sempre le chiamate dei vicini di casa.

Non solo locali, però. Molti continuano a non rispettare il divieto di assembramento e feste all’interno di case private, hotel e bed and breakfast. In corso Lodi la polizia ha sorpreso cinque persone che festeggiavano un compleanno in una stanza all’interno di un B&B, mentre altre 13 sono state trovate dalle volanti in una appartamento di viale Andrea Doria, vicino alla Centrale. Tutte sanzionate. È toccato invece ai carabinieri del Radiomobile l’intervento, all’1.30 di domenica notte, in un appartamento di via Walter Tobagi, alla Barona. Musica ad alto volume, alcol e 9 ragazzi presenti tra i 19 e i 21 anni, tutti studenti universitari. Per otto di loro, escluso quindi il figlio del proprietario di casa che è residente nell’appartamento, sono scattate le multe. A Cologno Monzese, nell’hinterland, i carabinieri sono invece intervenuti dopo la segnalazione di un vicino di casa in una palazzina dove era in corso una grigliata. Sei le persone presenti che stavano così festeggiando il compleanno della moglie del proprietario. Per loro 400 euro di multa.

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Prenotazione vaccino Covid, in Lombardia la piattaforma di Poste Italiane: ecco come funziona

sabato, Marzo 27th, 2021

di Lorenzo Salvia

La piattaforma di Poste italiane per la prenotazione dei vaccini è già utilizzata in cinque regioni e finora non ha creato intoppi.

Le cinque regioni già coinvolte sono Calabria, Sicilia, Marche, Abruzzo, Basilicata.

Si sta per aggiungere la Lombardia (qui le fasi del passaggio); potrebbero seguirne altre.

Come prenotare

Ad oggi in Lombardia possono vaccinarsi gli over 80 (compresi i nati nel 1941), chi ha un’età tra i 60 e i 79 anni e risiede in comuni «ad alto rischio» (per la provincia di Brescia: Capriolo, Iseo, Palazzolo sull’Oglio, Paratico, Pontoglio, Roccafranca, Rudiano, Urago d’Oglio; per la provincia di Cremona: Soncino), il personale delle scuole statali (docenti e non, supplenti, dirigenti scolastici), degli Istituti di Formazione Professionale (IFP), e degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) della Lombardia, delle scuole paritarie, dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole per l’infanzia e del Sistema AFAM. Per farlo occorre andare su questa piattaforma o chiamare il numero verde 800 894 545.

Con la piattaforma di Poste Italiane la vaccinazione può essere prenotata online, oppure tramite un call center che, nelle cinque regioni in cui il servizio è già attivo, risponde al numero verde 800.009.966, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18.

La prenotazione è possibile anche attraverso gli sportelli Atm Postamat (i bancomat delle Poste) inserendo la propria tessera sanitaria e seguendo le istruzioni sul monitor.

O, infine, tramite i palmari che hanno i postini, di recente aggiornati dall’azienda proprio per aiutare le persone che hanno bisogno di essere guidate.

L’anagrafe vaccinale

La piattaforma registra anche la somministrazione e inserisce automaticamente nell’anagrafe vaccinale nazionale il nominativo, in vista di un possibile patentino.

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Vaccini, Fontana azzera vertici Aria: si va verso amministratore unico

lunedì, Marzo 22nd, 2021

Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana sta discutendo in questi momenti in giunta il cambio dei vertici di Aria, l’agenzia regionale sotto accusa per la gestione della campagna vaccinale. Fontana starebbe valutando l’ipotesi di scegliere un amministratore unico per la società, azzerando tutte le cariche principali attuali.

A confermare il cambiamento anche fonti della Lega. A richiedere un cambio di passo c’è stato Matteo Salvini che proprio poche ore fa aveva detto “chi sbaglia paga, a Bruxelles come a Roma e Milano”. Nelle ultime 24 ore, alla luce delle notizie e delle criticità sollevate pubblicamente anche dalla Moratti, Salvini aveva chiesto un cambiamento radicale, sentendosi più volte con il presidente Fontana, gli assessori lombardi Letizia Moratti e Guido Guidesi e Guido Bertolaso.

Che cosa è Aria – Nata il primo luglio 2019 dalla fusione di tre società regionali, Arca (Centrale Acquisti regionale), Lispa (Lombardia Informatica) e Ilspa (Infrastrutture Lombarde), l’Agenzia Regionale per l’Innovazione e gli Acquisti aveva l’ambizione di diventare una digital company efficiente in grado di gestire le infrastrutture fisiche e digitali lombarde e gestire il ciclo degli acquisti della Regione. Una società a capitale interamente
pubblico in grado di far risparmiare alla Regione 1,6 milioni di euro nel 2019, con una riduzione di costi che, se non ci fosse stato il Covid, avrebbe toccato nelle previsioni quota 2 milioni nel 2020.

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Vaccini Lombardia, tutte le falle di Aria: la società voluta dai leghisti

lunedì, Marzo 22nd, 2021

di Sara Bettoni

Il caos in Lombardia per le vaccinazioni anti-Covid? Colpa di Aria, la società di Regione che coordina la campagna. Lo ha detto nei giorni scorsi Guido Bertolaso, consulente del Pirellone. Lo ha ricordato ieri su Twitter Letizia Moratti, vicepresidente della Lombardia. L’ha fatto capire il leader della Lega Matteo Salvini, parlando di «qualcosa che non va» e che deve essere cambiato. La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso risale al weekend, con i centri vaccinali di Cremona, Como e della Brianza pronti a fare punture, ma senza pazienti in coda perché la piattaforma gestionale non aveva inviato le convocazioni.

Cos’è esattamente questa Aria su cui si scaricano tutte le responsabilità? Per capirlo bisogna innanzitutto sciogliere l’acronimo, che sta per Azienda regionale per l’innovazione e gli acquisti e tornare al 2019. In quell’anno il governatore Attilio Fontana, con il suo uomo forte Davide Caparini (tuttora assessore al Bilancio con delega alle Partecipate), decide di fondere le tre spa Centrale Acquisti (Arca), Lombardia Informatica (Lispa) e Infrastrutture Lombarde (Ilspa) per ridurre gli sprechi e cancellare l’eco degli scandali che si portano dietro. Si calcola che l’operazione farà risparmiare 3,7 milioni di euro annui di costi operativi e il 13 per cento del valore totale delle procedure di gara. L’obiettivo è creare un «soggetto unico in Italia per competenza e completezza nella capacità di innovazione, nella valutazione della spesa e nella rigenerazione dei processi di acquisto». Aria, per l’appunto, con i suoi 600 dipendenti. Come presidente viene scelto Francesco Ferri, di area Forza Italia. Gli fa da contraltare Filippo Bongiovanni, direttore generale vicino a Fontana e quindi alla Lega.

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Caos vaccini in Lombardia: centinaia di anziani beffati

domenica, Marzo 21st, 2021

Fabio Poletti

MILANO. Il sindaco di San Bassano (Cremona) ha trovato il pullman e 20 ultraottantenni. Se non fosse per lui, per gli altri sindaci del territorio, per Asst Cremona, addio piano vaccinale. Di seicento anziani in lista, solo ottanta ieri sono stati avvisati da Aria, la struttura di Regione Lombardia per le prenotazioni dei vaccini.

Era già successo, ieri si è ripetuto il problema. Oltre che a Cremona anche a Monza, Varese e Como, dove su 700 posti messi a disposizione dall’Asst Lariana al mattino si sono presentati solo in 16. In pratica negli ospedali c’erano centinaia di dosi pronte ma non le persone che avrebbero dovuto riceverle. Perché non avevano avuto l’avviso per l’appuntamento.
*

Perché? Mancano giustificazioni ufficiali. C’è chi dice che è andato in tilt il sistema informatico di Aria sulla conferma delle prenotazioni. E non sarebbe la prima volta. Ma il problema sembra ben più grave. Sembra infatti che il sistema di conferme preveda solo sms e non chiamate ai numeri fissi degli utenti, richiesti peraltro quando ci si mette in lista sul portale.

Verrebbe da dire che grazie ad Aria il piano vaccinale in Lombardia fa acqua da tutte le parti. Letizia Moratti, l’assessore regionale al Welfare, da tempo in rotta di collisione con la struttura che risponde all’assessorato al Bilancio, a sera cinguetta via Twitter un commento assai piccato: «L’inadeguatezza di Aria Lombardia incapace di gestire le prenotazioni in modo decente rallenta lo sforzo comune per vaccinare. È inaccettabile! Grazie agli operatori che si prodigano vaccinando comunque 30 mila persone al giorno e grazie ai cittadini lombardi per la pazienza».

Sarà, resta il fatto che in Lombardia, dato aggiornato alle 19.31 di ieri, sono state vaccinate 1 milione 202 e 664 persone. Praticamente poco più di una su dieci, visto che i lombardi sono 10 milioni. All’orizzonte non si vede ancora la fine del piano vaccinale per gli over 80, figuriamoci per tutti gli altri in attesa. Malgrado la promessa di finire, prima a giugno, poi entro l’estate. Alla fine si vedrà.

Da Regione Lombardia ammettono che lavorare sui grandi numeri non è facile. Da Cremona, superato il primo scoramento per quello che è successo ieri, si chiedono come andrà a finire: «Non possiamo vivere nell’incertezza tutti i giorni». Vero, anche perché c’è il rischio di buttare via i vaccini. Agli anziani viene somministrato soprattutto il vaccino della Pfizer, una volta tolto dalla catena del freddo c’è il rischio che non possa più essere riutilizzato.

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Case a Milano: per i Ferragnez nuovo attico a Citylife. I «gioielli» storici in vendita e la villa di Versace che nessuno compra

venerdì, Marzo 19th, 2021

di Elisabetta Andreis

Case a Milano: per i Ferragnez nuovo attico a Citylife. I «gioielli» storici in vendita e la villa di Versace che nessuno compra

Generali Re si compra la Maggiolina. I diciotto palazzi nel quartiere che comprende il Villaggio dei giornalisti passeranno di mano a giorni, con il fondo pensione Unicredit che vende a un prezzo superiore a 80 milioni. In un primo tempo aveva pensato di dismettere solo cinque edifici, dei 23 che possedeva in totale. Li aveva liberati dagli affittuari e venduti ai privati meno di due anni fa. Adesso invece la svolta, vara la maxi operazione con il colosso immobiliare della torre Hadid. Il rogito si firma a breve, Generali ristrutturerà tutto e divide il progetto in tre parti: una prima tranche di palazzine, più protette e immerse nel verde, sarà dedicata agli over 75, una seconda diventerà complesso residenziale del suo fondo europeo e una terza prevede a medio termine il frazionamento e la vendita delle unità abitative.

A Citylife Generali Re sta poi portando avanti una nuova costruzione nella parte sud: su 108 appartamenti, l’attico più esclusivo è già opzionato da Fedez e Chiara Ferragni.

Ancora, nell’enorme edificio che Generali possiede in Cordusio (palazzo Venezia), le impalcature nel 2022 sveleranno il nuovo hotel cinque stelle della catena spagnola Melìa International che a sorpresa occuperà anche i piani alti di via dei Mercanti (sotto, negozi). Per il resto, al netto di qualche asta (Enpam dismetterà tra l’altro il palazzo tra via Ripamonti e viale Toscana e Palazzo Marino quello in largo Treves), il mercato riserva sorprese soprattutto sul fronte del lusso.

L’ultimo colpo di scena è la vendita di 1.800 metri quadrati di superattico in San Babila dove vissero Maurizio Gucci e Patrizia Reggiani, comprato dal magnate indiano Rishal Shah.
Secondo fonti del settore sarebbero stati venduti anche due dei gioielli più cari della città. Quello in via dei Giardini all’angolo con piazzetta Sant’Erasmo che fu di Valentina Cortese lo avrebbe preso la famiglia Rovati (Rotapharm). Quello di via Bigli angolo via Verri, dove abitò anche Massimo Moratti, appartenuto a Zunino e poi rilevato da un fondo, è stato ristrutturato e riconvertito a residenziale e negozi: l’agenzia Milano Immobili di prestigio di Luca Marotta in sei mesi ha venduto metà degli alloggi a un prezzo monstre di 20-22 mila euro al metro quadrato (e per l’attico da mille metri c’è una trattativa in esclusiva in corso).

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Cluster ombra e finti positivi: quanto incidono gli errori sulle chiusure?

sabato, Marzo 13th, 2021

Giuseppe De LorenzoAndrea Indini

Un’intera famiglia bloccata in casa. Il tampone molecolare di uno dei tre figli, il più grande, è risultato positivo al Covid-19. Tutti in quarantena, dunque. Sanno già cosa significa perché due di loro, il padre e il secondogenito, ci sono già passati da quell’inferno: contagiati entrambi lo scorso autunno, durante la seconda ondata di epidemia.

Eppure, a questo giro, qualcosa non torna. E così qualche ora dopo l’esito, essendo l’infetto ancora completamente asintomatico, decidono di ripetere il tampone. Il risultato, questa volta, è di segno opposto: negativo. Cosa succede se è il tampone a sbagliare? Se il positivo è, in realtà, un falso positivo e quindi negativo? Cosa succede se la percentuale di questi errori non sono casi isolati ma finiscono per incidere percentualmente sul bollettino quotidiano e quindi sulle scelte del Comitato tecnico scientifico e del governo?

Il cluster fantasma

Il caso emblematico di questo problema è il focolaio fantasma scoppiato a inizio mese al Teatro alla Scala di Milano. Iniziato tutto il 21 febbraio. Una ballerina sta male: i sintomi sono quelli del Covid e un test molecolare lo conferma. Tre giorni dopo tutti i ballerini vengono controllati ma l’esito è negativo. Il 26 un nuovo giro di screening fa emergere un secondo caso e i vertici decidono di sospendere le attività del corpo di ballo. Salta così la registrazione dello spettacolo Omaggio a Nureyev che avrebbe dovuto essere trasmesso in streaming la domenica successiva. In realtà, la ballerina risultata positiva si negativizza nel giro di breve e così la preccupazione rientra. Per poco, però. Perché la settimana successiva sono punto e a capo e i numeri sono quelli di un maxi focolaio. Solo nel corpo di ballo i positivi sono, infatti, trentaquattro.

Tra quelli che finiscono in quarantena c’è chi non nasconde la propria incredulità per l’esito. “Non ce n’è uno che sta male – ci dice – è possibile che siano tutti asintomatici”. E poi il dubbio: “Come è possibile che, con tutti i controlli a cui ci sottopongono e con le regole ferree che seguiamo, sia esploso un cluster del genere da un giorno con l’altro?”. Le domande rimbalzano nella testa dei ballerini costretti a stare a casa in quarantena. Anche all’ospedale Sacco, che sta seguendo il caso, vogliono vederci chiaro e così predispongono un altro test molecolare per tutti quanti. E questo ribalta l’esito: sui 45 artisti, che erano risultati positivi, ben 44 sono negativi. Niente maxi cluster.

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