Caos vaccini in Lombardia: centinaia di anziani beffati

Fabio Poletti

MILANO. Il sindaco di San Bassano (Cremona) ha trovato il pullman e 20 ultraottantenni. Se non fosse per lui, per gli altri sindaci del territorio, per Asst Cremona, addio piano vaccinale. Di seicento anziani in lista, solo ottanta ieri sono stati avvisati da Aria, la struttura di Regione Lombardia per le prenotazioni dei vaccini.

Era già successo, ieri si è ripetuto il problema. Oltre che a Cremona anche a Monza, Varese e Como, dove su 700 posti messi a disposizione dall’Asst Lariana al mattino si sono presentati solo in 16. In pratica negli ospedali c’erano centinaia di dosi pronte ma non le persone che avrebbero dovuto riceverle. Perché non avevano avuto l’avviso per l’appuntamento.
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Perché? Mancano giustificazioni ufficiali. C’è chi dice che è andato in tilt il sistema informatico di Aria sulla conferma delle prenotazioni. E non sarebbe la prima volta. Ma il problema sembra ben più grave. Sembra infatti che il sistema di conferme preveda solo sms e non chiamate ai numeri fissi degli utenti, richiesti peraltro quando ci si mette in lista sul portale.

Verrebbe da dire che grazie ad Aria il piano vaccinale in Lombardia fa acqua da tutte le parti. Letizia Moratti, l’assessore regionale al Welfare, da tempo in rotta di collisione con la struttura che risponde all’assessorato al Bilancio, a sera cinguetta via Twitter un commento assai piccato: «L’inadeguatezza di Aria Lombardia incapace di gestire le prenotazioni in modo decente rallenta lo sforzo comune per vaccinare. È inaccettabile! Grazie agli operatori che si prodigano vaccinando comunque 30 mila persone al giorno e grazie ai cittadini lombardi per la pazienza».

Sarà, resta il fatto che in Lombardia, dato aggiornato alle 19.31 di ieri, sono state vaccinate 1 milione 202 e 664 persone. Praticamente poco più di una su dieci, visto che i lombardi sono 10 milioni. All’orizzonte non si vede ancora la fine del piano vaccinale per gli over 80, figuriamoci per tutti gli altri in attesa. Malgrado la promessa di finire, prima a giugno, poi entro l’estate. Alla fine si vedrà.

Da Regione Lombardia ammettono che lavorare sui grandi numeri non è facile. Da Cremona, superato il primo scoramento per quello che è successo ieri, si chiedono come andrà a finire: «Non possiamo vivere nell’incertezza tutti i giorni». Vero, anche perché c’è il rischio di buttare via i vaccini. Agli anziani viene somministrato soprattutto il vaccino della Pfizer, una volta tolto dalla catena del freddo c’è il rischio che non possa più essere riutilizzato.

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