Maggioranza sotto stress

MARCELLO SORGI

Erano sicuramente esagerate, ieri, le valutazioni dell’opposizione – che legittimamente svolge il suo compito – sullo stato della maggioranza, dopo i due infortuni avvenuti nella giornata. Il primo forse non sarebbe neppure il caso di considerarlo tale, dato che il ministro dell’Economia Giorgetti, dando sostanzialmente il via libera alla ratifica del fondo europeo Salvastati, il famigerato Mes che l’Italia è rimasta la sola in Europa a non aver approvato. Con una lettera del capo di gabinetto pienamente condivisa dal ministro, i tecnici dell’Economia invitano il Parlamento a dire il suo “sì”, sostenendo che i vantaggi che il Paese può ricavarne sono indubbiamente maggiori rispetto agli svantaggi (la temuta forzata abdicazione del governo ai controllori di Bruxelles al venir meno di certe condizioni). Meloni e i suoi ministri devono comunque affrontare un passaggio parlamentare sul Mes chiesto dall’opposizione per il prossimo 30 giugno, e potrebbe chiedere e ottenere un nuovo rinvio, aderendo alla linea fin qui tenuta da Meloni e Fitto, che mirano a scambiare l’eventuale voto favorevole al Salvastati con una maggiore flessibilità sul Pnrr, di cui dovrebbe tuttavia essere alle porte il pagamento (in ritardo) della terza rata. Giorgetti tuttavia resta dell’idea che è venuto il momento di togliersi il dente.

Il secondo incidente è avvenuto al Senato, dove l’assenza dei parlamentari di Forza Italia ha mandato in pari, e dunque sotto, il governo in commissione sul decreto Lavoro. Anche in questo caso, accuse da parte delle opposizioni su una maggioranza ridotta in pezzi. E sospetti sul partito di Berlusconi – seppure avesse chiesto, inascoltato, un rinvio dei lavori -, che dopo la morte del fondatore sarebbe allo sbando. Anche se alla fine di è trattato di una coincidenza, e in poche ore si è trovato un modo di rimediare con la presentazione di un nuovo testo.

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