Una destra europea in vantaggio ma disunita

di Massimo Franco

Si va delineando una nebulosa sovranista eterogenea e percorsa da una conflittualità che va oltre la competizione elettorale esasperata dal sistema proporzionale

Una destra europea in vantaggio ma disunita

A un anno dalle Europee del 2024 , i giochi sembrano avviati a un esito quasi scontato: l’affermazione di uno schieramento nel quale Popolari e destre, contro avversari in crisi di identità e di leadership. L’idea di un «vento» conservatore difficile da fermare è ormai passata nella percezione generale. Anche se non si capisce fino in fondo se sia evocato dagli avversari per giustificare e assolvere la propria inadeguatezza; o se davvero sia una dinamica inarrestabile.

Sotto questo aspetto, la situazione continentale potrebbe somigliare sempre più a quella italiana dopo le Politiche del 25 settembre: con opposizioni divise e inconsistenti, e una maggioranza forte e in parallelo divisa da tensioni striscianti. Si va delineando una nebulosa sovranista più eterogenea di quanto faccia intendere l’aggettivo che la definisce; e percorsa da una conflittualità che va oltre la competizione elettorale esasperata dal sistema proporzionale.

L’invasione russa dell’Ucraina sottolinea differenze di politica estera non solo a sinistra. Fotografare la distanza tra la premier Giorgia Meloni sulla Nato rispetto a Matteo Salvini e a Silvio Berlusconi, non fa solo il paio con le divergenze tra Pd e M5S. Evoca anche quelle tra la Polonia «americana» e l’Ungheria filo-Putin, che ha frantumato l’unità euroscettica del«gruppo di Visegrad»; e i contrasti a Varsavia tra i popolari di Donald Tusk e i conservatori del premier Mateusz Morawiecki.

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