I negazionisti dell’apocalisse che si lavano la coscienza

MASSIMO GIANNINI

La risposta più bella e commovente, di fronte a questa nuova tragedia degli umani, la danno gli umani stessi. Quelli che spalano a mani nude il fango e il dolore, da Lugo a Conselice, da Faenza a Cesena. Quelli che il grande Maurizio Maggiani, ricordando un’altra alluvione di 150 anni fa, chiama gli “scarriolanti”: gente tosta, che annega le lacrime nel Lamone mentre scava, spazza, pulisce, porta via terra e acqua a tonnellate, perché anche a questa disgrazia, “ciò, ci andremo su dietro”. Quelli che se ne fregano delle putride polemiche politiche e delle trucide regine del tua culpa, perché qualunque cosa accada o sia accaduta, il peggio diluvio o la peggio malattia, adesso “la si insegue, gli si salta in groppa e la si doma”.

Come al solito, piangiamo i morti e gli sfollati. Piange anche Giorgia Meloni dal Giappone, e dopo quattro giorni, vivaddio, dice: «La mia coscienza mi impone di tornare». Ci angoscia la Spoon River degli anziani, che soli e ammalati non vogliono lasciare le loro case distrutte. Ci commuove l’epopea degli angeli del fango che a diciott’anni si infilano le galosce e imbracciano le pale, altro che sdraiati e divanisti. E invece due cose ci fanno inorridire, in questo eterno day after delle sciagure italiche. La prima è il cinismo di chi specula, per qualche voto o qualche copia in più, cinguettando ironie e sarcasmi attraverso le grate della fogna social o titolando “Sott’acqua il modello Pd” le penose prime pagine ispirate dal novello Minculpop. Da Santagata a Bagnacavallo stiamo ancora recuperando i cadaveri dalle cantine allagate, e volonterosi carnefici della grande Revanche patriottica, insieme a vogliosi artefici della nuova “egemonia culturale”, sentono l’urgenza di un bel processo sommario, con condanna ovviamente incorporata, alla famigerata “Emilia Rossa”.

Neanche fosse ancora vivo Togliatti.

“Se la sinistra affonda non è mai colpa sua”, scrivono e dicono. Come se questo fosse il problema, adesso: piove, e non più governo ladro ma sinistra assassina. Vergogna, vergogna per tanta squallida demagogia. In quelle lande sommerse della Val Padana affondano cose e persone, di cui conta la vita e non il colore politico. In quel gorgo maledetto non affonda “la sinistra”, che nei decenni, nei mesi e persino nei giorni passati, che sia stata di governo o di opposizione, nazionale o municipale, di errori a carico ne ha tanti, gravi e meno gravi. Semmai affonda l’Italia, in un naufragio perenne che oggi inghiotte la “Romagna Nostra” come ieri ha già inghiottito il Polesine nel ’51 (quando morirono 101 poveri cristi), il Piemonte nel ’94 (che fece 70 vittime) e Sarno nel ’98 (che se ne portò via 161). Oppure la Liguria nel 2014, la Sardegna nel 2020, Capri nel 2021.

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