Musumeci: «Per l’Emilia-Romagna spendiamo i fondi già stanziati. Giuste le sanzioni per chi sbaglia»

di Virginia Piccolillo 

Intervista al ministro per la Protezione civile sull’emergenza in Emilia – Romagna: nei prossimi giorni un disegno di legge che colpisca ritardi e inadempienze

Musumeci: «Ora nuove misure per il territorio. E per chi sbaglia servono sanzioni»

«Non si gioca con la vita. Chi sbaglia deve pagare. Vale per i cittadini, deve valere anche per chi ha responsabilità nel governo del territorio». Nello Musumeci era arrivato al governo come ministro del Mare, ma lo tsunami è arrivato da rivoli e fiumi. E ora il titolare della Protezione civile annuncia che martedì al Consiglio dei ministri porterà la proposta di una misura per fermare le stragi da dissesto idrogeologico con sanzioni e poteri sostitutivi.

Ministro, è finita l’emergenza Emilia-Romagna? 
«La situazione è sempre di emergenza, sia pure di più bassa pericolosità. Ma nulla è più prevedibile: con condizioni climatiche così bizzarre potrebbe accadere ancora, persino nei prossimi giorni». 

Le risorse per la ricostruzione ci sono? 
«Troveremo i fondi necessari, ma al tempo stesso va verificato se le somme stanziate negli anni alle articolazioni dello Stato per la lotta al dissesto idrogeologico sono state tutte utilizzate».

Perché? 
«Sarebbe assurdo chiedere altri soldi senza avere speso quelli in dotazione. Cominciamo a spendere quello che c’è. Inutile cercare altro denaro se qualcuno ha ancora risorse nel cassetto per la lotta al dissesto idrogeologico». 

È stata colpa del clima, della cementificazione, della mancata manutenzione? 
«Una serie di concause. L’acqua arriva sempre. Anche dopo 300 anni. E quando arriva vuole trovare i letti dei fiumi sempre liberi, guai a invaderli».

Invece così pare che non sia stato. E dunque? 
«È mancata la cultura della tutela del territorio, visto solo come oggetto da sfruttare». 

Il governo interverrà? 
«Con la modifica del Titolo V c’è concorso di competenze Stato-Regioni. Occorrerebbe un alto senso di responsabilità di tutti nel rileggere gli eventi e capire chi, in un momento di “distrazione”, aveva il compito di vigilare e non l’ha fatto».

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