Casini: “Prudenza sulle riforme non sia una fuga dalla realtà”

Cosa intende dire?

«Chi vince comanda, certo, ma accettando la divisione dei poteri, pesi e contrappesi. C’è invece un certo sovranismo che alimenta l’idea secondo cui se vinco comando e faccio come mi pare. Non è così».

È il sovranismo di questo governo?

«È il sovranismo che attecchisce nella destra europea. Non penso che Meloni la pensi così, ma è bene metterla in guardia dal diventare così. Anche perché non mi sembra che oggi la maggioranza non abbia il potere di decidere: il problema è che spesso non riesce a farlo».

Ma secondo lei quella delle riforme è una partita della premier o di tutta la maggioranza?

«Ma è una vera partita? Stiamo giocando davvero o stiamo facendo finta?».

Mettere in campo ora questo argomento serve a distogliere l’attenzione da temi più spinosi?

«Non lo so, lo scopriremo solo vivendo. So però che nella vita del Paese tutto ricorre, è tutto un déjà vu. E le maggioranze politiche di solito affrontano il tema delle riforme costituzionali per scappare da una quotidianità difficile. Spesso ottenendo il risultato opposto a quello che si desiderava: con la riforma del Titolo V, il centrosinistra pensava di lanciare un messaggio alla Lega e invece abbiamo solo indebolito lo Stato».

Se tutto è un déjà vu, Meloni dovrebbe stare attenta, visto l’ultimo precedente: Matteo Renzi ci ha rimesso il posto a Palazzo Chigi, sulle riforme…

«Le consiglio un po’ di prudenza. Nel 2016, pochi mesi prima del referendum, quando se ne cominciava a parlare, mi trovavo in visita a Buenos Aires dall’allora presidente Macri, che conosce bene Renzi. Gli raccontai del referendum e lui mi disse: “No, dica a Renzi di non farlo!”».

Meloni sta giocando da sola o ha una maggioranza compatta che la segue?

«Ha una maggioranza numericamente solida, non prevedo nessuno scossone parlamentare. Ma, a differenza di quel che diceva Andreotti, il potere logora chi ce l’ha. E questo passaggio rischia di essere una fuga dalla realtà per mandare la palla in tribuna».

Il rientro di Berlusconi dopo la malattia la aiuterà a mettere ordine nella sua maggioranza?

«Non cambierà gli equilibri. Ma di certo Berlusconi dimostra ancora una volta di essere un leone, e questo non può che essere apprezzato da tutti».

L’opposizione deve marciare unita sul tema delle riforme?

«Non c’è dubbio, andare in ordine sparso sarebbe inaccettabile. Se si vuole fare l’opposizione: dopodiché, se qualcuno pensa invece un domani di andare al governo, allora scelga un’altra strada».

Crede che qualcuno ci stia pensando?

«Non ho motivo per ritenerlo».

LA STAMPA

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