Un milionario che trucca l’età si prende il gigante Nigeria

Uffa! I soliti inguaribili pessimisti ricordano che il nuovo presidente è soprannominato “il padrino”: da queste parti ha lo stesso significato che nelle terre di Cosa Nostra, ovvero un boss con la carriera braccata da una serie interminabile di accuse di corruzione e malaffare. Accuse che non si sono mai trasformate in condanne e galera. Ma anche questa è una storia che anche da questa parte del mondo conosciamo bene. Il codice penale evolve seguendo il successo dell’imputato…

Come è sempre accaduto per tutte le elezioni dal 1999 la proclamazione del successo di Tinubu è stata salutata da un boato di accuse di brogli da parte di tutti i candidati sconfitti, a iniziare dal giovane Obi (61 anni); che si sono spinte fino al punto di esigere l’annullamento del voto. Nessuno si preoccupa, anche quelli che lo chiedono sanno che finirà in niente. La rivoluzione è rimandata. Servirà ad arricchire di sogni le strofette delle canzoni delle ormai planetarie star dell’afrobeat. Vorreste per caso, irresponsabili!, che i cittadini, il cuore zeppo di propositi vendicativi trasformi il Paese in una Somalia con 216 milioni di abitanti?

I nigeriani, appassiti i manifesti elettorali, torneranno alla loro quotidianità, alle prese con la benzina che manca (in un Paese petrolifero!), la violenza che dilaga, la giungla-metropoli di Lagos, la corruzione come economia parallela, l’inquinamento da oro nero, a cui opporranno la capacità africana di abituarsi al peggio, di dare per scontato che solo questa è la vita.

Al Nord intanto il jihadismo nichilisita, primitivo dei Boko Haram è in declino, ridotto a poche centinaia di apostoli convertiti alla delinquenza comune. Sarebbe una buona notizia se al loro posto non crescesse, impetuoso e letale, il potere del jihadismo stile Isis, che conta ormai migliaia di combattenti, guerra santa che vuole amministrare, insediarsi, farsi califfato permanente e che per questo assicura a popolazioni dimenticate o maltrattate dal potere centrale denaro, cibo, kalashnikov, sogni di vendetta.

LA STAMPA

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