Juve, nuovo fronte dell’inchiesta: accordi segreti con altri club

di Simona Lorenzetti

Accordi segreti con altri club, per acquisti e cessioni di calciatori, difformi da quelli depositati in Lega. Contratti occulti, al pari delle side letter delle manovre stipendi, per riuscire a far quadrare i conti dei bilanci. 

Sarebbe questo il nuovo sviluppo investigativo su cui stanno lavorando i magistrati torinesi, che accusano gli ex vertici della Juventus — tra loro l’ex presidente Andrea Agnelli e il suo vice Pavel Nedved — di falso in bilancio e false comunicazioni sociali. Di presunti «rapporti opachi» tra la società bianconera e altri club si racconta diffusamente negli atti dell’inchiesta. Ora, però, sarebbero emersi nuovi episodi (che potrebbero portare a contestazioni suppletive nell’udienza preliminare del 27 marzo) in cui si parla di plusvalenze e di debiti, verso altre società, non registrati. 

«Debiti morali», li aveva definiti il ds Fabio Paratici. «Debiti reali» derivanti da «side letter», secondo gli inquirenti. Ed è in questo contesto che vanno lette alcune audizioni avvenute nell’ultima settimana. Davanti ai pm Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Ciro Santoriello si sono seduti l’ex calciatore juventino Rolando Mandragora, il padre (che di fatto è il suo agente), il vice presidente dell’Udinese Stefano Campoccia (il suo nome era già emerso tra i partecipanti alla cena organizzata il 23 settembre 2021 da Agnelli alla Mandria e alla quale era stato invitato il presidente della Lega Gabriele Gravina) e Maurizio Lombardo (ex dirigente Juve, oggi alla Roma). Mandragora, oggi nella rosa della Fiorentina, viene ceduto dalla Juve all’Udinese nel 2018 per 20 milioni di euro, con una plusvalenza di oltre 13 milioni. 

Il contratto prevedeva una clausola facoltativa di «recompra» a 26 milioni da esercitare entro il 2020. Mandragora gioca due anni, con risultati poco brillanti, e nel giugno 2020 si infortuna al crociato. Tuttavia, la Juve lo ricompra a 10 milioni di euro (più 6 di bonus) per poi lasciarlo in prestito ai friulani. Secondo i pm, parallelamente al contratto depositato in Lega in cui si parlava di «facoltà» di riacquisto, la Juve avrebbe sottoscritto un secondo accordo segreto con «obbligo» di riacquisto. L’operazione — stando all’ipotesi investigativa — avrebbe permesso alla società bianconera di iscrivere nel bilancio 2019 la plusvalenza e di non iscrivere il debito di 26 milioni. Traccia del debito emergerebbe da una mail del 10 luglio 2020 in cui Claudio Chiellini, capo dell’area prestiti della Juve, elenca le cifre ancora dovute a club e agenti: accanto all’Udinese c’è scritto 26 milioni.
 

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