Cospito resta al 41 bis, la linea del governo: «Pensano di aiutarlo con le minacce, ma così gli fanno un danno»

La preoccupazione, espressa ieri dal ministro Piantedosi in Consiglio dei ministri, è quindi di una possibile «saldatura» tra gli interessi degli anarchici e di altri gruppi antagonisti. Il grido «no al 41 bis» è condiviso anche da cosche e terroristi. «È doveroso a un innalzamento della tensione farne seguire uno dell’attenzione» dice Piantedosi che per mercoledì ha convocato il Casa, tavolo di polizia giudiziaria e intelligence. Il ministro Tajani ha annunciato il rafforzamento della difesa della rete diplomatica.

Ma è su Nordio, il ministro più apprezzato dai garantisti, che si punta l’attenzione. Lui deve ricevere ancora i pareri dalla Dda e dalla Dna di Torino per valutare se revocare il 41 bis, disposto dall’ex ministra Cartabia proprio sulla base dei loro pareri. Ma non depone a favore di Cospito il «no» a un differimento della pena già formulato dal Tribunale di Sorveglianza di Sassari. Una richiesta che era andata avanti in parallelo al ricorso contro il 41 bis. Anche quello respinto dal Tribunale di Sorveglianza di Roma. Sul ricorso pronuncerà il 7 la Cassazione. Una cosa è certa, dice il sottosegretario Andrea Delmastro: «A prescindere dalla motivazione della magistratura di confermare il 41 bis per Cospito l’escalation di violenza dimostra la bontà della scelta».

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