“20mila euro ogni due o tre mesi”. Panzeri svela il giro dei soldi

William Zanellato

La “fase 2” dell’inchiesta Qatargate entra nel vivo. Prima la richiesta degli inquirenti di revocare l’immunità di due parlamentari europei, l’italo belga Marc Tarabella e l’italiano Andrea Cozzolino, accolta dalla presidente Metsola e presentata due giorni fa durante la plenaria di Strasburgo. Ieri, il colpo di scena: l’ex europarlamentare del Pd Antonio Panzeri, magna pars del presunto sistema di corruzione, ha deciso di collaborare con la giustizia. Dai verbali spuntano le prime ammissioni: nomi, cognomi ma anche il meccanismo della “cricca”.

Panzeri collabora con la giustizia

L’accordo tra la procura e Panzeri, come scrive oggi su Il Giornale Lodovica Bulian, prevede una collaborazione ben definita. L’ex eurodeputato Pd, poi passato in Articolo 1, si impegna “a informare gli inquirenti sul modus operandi, gli accordi finanziari con Stati terzi, le architetture finanziare messe in atto, i beneficiari delle strutture e i vantaggi proposti, l’implicazione delle persone conosciute e di quelle ancora non conosciute nel dossier, inclusa l’identità delle persone che ammette di aver corrotto”

Come si può facilmente notare, l’elenco degli impegni presi dal “pentito” Panzeri è lungo. L’accordo per l’ex eurodeputato prevede 5 anni di carcere, di cui un anno effettivo da scontare in prigione (o con braccialetto elettronico), una multa di 80 mila euro e la confisca dei patrimoni. L’ex europarlamentare avrebbe”ammesso di aver partecipato a un’organizzazione criminale e di essere stato un corruttore attivo”. Da qui la decisione di collaborare con la giustizia belga in cambio di una condanna più lieve.

Il modus operandi della “cricca”

Un giorno dopo l’arresto del 9 dicembre, Antonio Panzeri si presenta per la prima volta davanti al giudice istruttore Michel Claise. Da quel verbale, allegato alla richiesta di rimozione dell’immunità nei confronti di Tarabella e Cozzolino, inizia la collaborazione tra Panzeri e gli inquirenti. Il giudice Michel Claise, o come viene soprannominato in Belgio lo “sceriffo”, avrebbe ottenuto le prime ammissioni di Panzeri. Nomi, cognomi, ma anche alcuni dettagli di un meccanismo di corruzione rodato. Iniziamo con i nomi, o meglio, il nome: Marc Tarabella, europarlamentare di S&D dal 2004. Panzeri avrebbe dichiarato di aver dato al parlamentare socialista tra i 120 e i 140mila euro in contanti, nel periodo in cui era in corso al Parlamento europeo la discussione sul rispetto dei diritti dei lavoratori in Qatar. Il CorrieredellaSera, riprendendo il verbale, attribuisce alcuni virgolettati a Panzeri. “Gli ho dato più volte denaro in contanti, in luoghi diversi e in sacchi di carta”. Un rapporto che Panzeri dice “cominciato due anni fa” quando con Giorgi, compagno di Eva Kaili e anche lui agli arresti, chiese a Tarabella “se fosse d’accordo a prendere certe posizioni, e se voleva poteva disporre di diversi regali, incluso denaro”.

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