Scocca l’ora di Giorgia. Il lungo cammino dalle ceneri dell’Msi alla stanza dei bottoni. Così ha forgiato una destra moderna

Quando cominciò a fare politica come piccola missina, giravano ancora i vecchi fascisti della Repubblica Sociale di Mussolini come tutto il loro bagaglio polveroso e proibito di simboli, abbigliamenti e comportamenti che ebbero su di lei l’effetto di saturarla. Quando capì che la maledetta e ingombrante questione del fascismo storico era diventata un ghiaccio troppo sottile per pattinarci senza affogare, decise la nuova linea: il fascismo e tutto l’armamentario di quella scena teatrale apparteneva al passato e al passato doveva essere restituito. Ma la retorica in cui Giorgia è cresciuta, come lei stessa ha constatato, resta in agguato dentro di lei, non senza conseguenze.

Quando in Andalusia, ospite dei post franchisti di Vox e del loro leader Abascal ha parlato in spagnolo con un tono di voce aggressivo e tonitruante ed ha ripetuto il suo noto slogan: «Sono Giorgia, sono italiana, sono cristiana, sono una madre…», quell’intervento le costò molto sulla scena politica perché le sono piovute le prevedibili accuse di retorica fascista (e invece si tratta semmai di retorica alla Fidel Castro) ed era inevitabile che il giornalista americano che la intervistava a Cagliari gliene chiedesse ragione. La risposta è stata candidamente umana: «Ho esagerato perché ero distrutta dalla stanchezza. E quando sono così sfinita posso anche diventare isterica».

Le sue posizioni politiche da euroscettiche ad europeiste, e tutte le altre a favore dell’Occidente, della Nato e contro l’invasione russa, sono conseguenti e fanno parte evidente di un lungo cammino che la candidata Meloni Giorgia ha fatto dalla Garbatella verso Palazzo Chigi, passando per tutte le cancellerie del mondo.

IL GIORNALE

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.