Giorgia a due facce sulla Ue

A Strasburgo già aspettano al varco gli eurodeputati di Fratelli d’Italia per vedere come si schiereranno giovedì, quando l’Aula voterà un report per stigmatizzare il deterioramento dello Stato di diritto in Ungheria e per chiedere il congelamento dei fondi Ue destinati a Budapest. Nel palazzo della Commissione c’è invece il timore che ritorni un clima di quotidiana conflittualità, come durante il governo giallo-verde. «La maggioranza che potrebbe vincere le elezioni – sottolinea un alto funzionario – sarà composta da tre partiti. Fatta eccezione per Forza Italia, gli altri due hanno votato contro la Commissione von der Leyen». Una situazione destinata ad avere ripercussioni anche per Paolo Gentiloni. «Sin qui ha svolto un importante ruolo di cinghia di trasmissione con Roma – prosegue la fonte –, ma con il nuovo governo rischia di finire schiacciato tra l’incudine e il martello». Proprio ieri è andato in scena un botta e risposta indiretto a distanza, con Meloni che insiste per modificare il Pnrr e il commissario che ha replicato: «Durante tutta la durata del Next Generation Eu avremo 20 o 30 elezioni nazionali, non possiamo cambiare i nostri piani per questo». Gentiloni ha avvertito che «non abbiamo un trattamento speciale per l’Italia» e che «i principi su cosa è possibile modificare valgono per tutti».

LA STAMPA

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