Cernobbio attende Giorgia Meloni: i manager sono fiduciosi, gli stranieri si dividono

Non esattamente un’apertura di credito come quella che riserva invece Matteo Tiraboschi, amministratore delegato di Brembo. «Meloni è una donna intelligente — nota — Credo che saprà ciò che deve fare, se diventerà premier. La preoccupazione semmai è che non si arrivi a un governo forte, a causa della frammentazione in Parlamento. Abbiamo bisogno di un governo forte con un leader forte che rafforzi anche le relazioni con l’Unione europea». Anche perché «nessun Paese può superare questi momenti di crisi da solo. Come nella pandemia l’Europa deve scendere in campo», sostiene Cristina Scocchia, amministratore delegato di Illycaffè

Quella sul leader forte è una domanda che in mattinata ieri ha fatto saltare sulla sedia il gollista Bruno Le Maire, a Villa d’Este. Il ministro delle Finanze francese non ha citato il voto italiano, ma si è lasciato sfuggire una frase che la dice lunga: «Per me un grande leader europeo è Mario Draghi», ha buttato lì: senza aggiungere che oggi sta facendo gli scatoloni dietro le finestre su Piazza Colonna. Più esplicito il suo predecessore a Parigi ed ex commissario europeo (socialista) Pierre Moscovici: «Tutti gli occhi sono su di voi. Non ho commenti, massimo rispetto per il voto — dice —. Voglio solo sottolineare che l’Italia è decisiva per l’Europa, così come l’Europa è decisiva per l’Italia. Spero veramente che la vostra amicizia con la Francia non sia danneggiata». Mostra più fiducia Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia di Milano: «Preoccupato per Giorgia Meloni? Se la vogliono gli italiani, che la eleggono: va bene c osì. Tra gli elettori ci sono anche imprenditori ed operatori economici. Mi sembra improprio parlare di preoccupazione».

Si capirà oggi, nel confronto fra candidat i a Cernobbio, moderato dal direttore del Corriere Luciano Fontana, la linea di faglia su Meloni diverrà visibile. Si sicuro l’avverte Steven Erlanger, chief diplomatic correspondent del New York Times per l’Europa. «Nel complesso in Italia mi pare che si tenda a pensare che il Paese è così disfunzionale che niente comunque cambierà, chiunque governi. Ma quello che preoccupa gli osservatori è questo ritorno del populismo. In tanti si chiedono se non anticipi una nuova ondata europea, alimentata dall’inflazione e dalla crisi energetica». Entusiasta è invece Geert Wilders, il leader sovranista olandese: «Plaudo a Meloni — fa —. Se vincesse, sarebbe un fatto storico per chi ha le nostre idee in Europa».

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