Scontro sui migranti, la destra resta divisa

FRANCESCO OLIVO

Si abbracciano per la foto panoramica, ma la pace sbandierata è soltanto un tregua. Matteo Salvini e Giorgia Meloni si sono incrociati a Messina e hanno suggellato l’evento sullo Stretto con uno scatto dove compaiono sorridenti. Le distanze però restano e non sono solo sfumature. Ieri, ultimo di una lista non breve, è stato il turno dell’immigrazione, «blocco navale», insiste Meloni, «non serve, ci saranno i decreti sicurezza», ribatte Salvini. Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia, è ancora più netto: «Il blocco navale è difficilmente realizzabile».

Ieri in Sicilia le agende coincidevano, due appuntamenti elettorali a pochi chilometri di distanza alla stessa ora. Una coincidenza che forse non lo era, (Salvini ha aggiunto dopo la tappa di Messina) ma che «non ci ha dato alcun fastidio», ripetono da Fratelli d’Italia. Con la regia del siciliano Ignazio La Russa, il caffè previsto tra i due leader è diventato un pranzo. Al tavolo del circolo del tennis di Messina il clima era disteso, raccontano i testimoni, Meloni e Salvini seduti uno accanto all’altro hanno brindato con un vino rosso. Davanti a piatti di pesce parlano della crisi energetica, ma anche di cose più pratiche: coordinare le agende, un modo per dire, mai più fare comizi diversi nello stesso posto. Alla fine della campagna, poi, i leader della coalizione potrebbero trovarsi insieme su un palco, per un evento finale che ancora non ha una sede, si parla di Roma, Milano o Napoli. Concluso il pranzo ognuno ha preso la sua strada, Salvini a Scicli e Meloni a Catania. La leader di FdI è intervenuta nel dibattito sull’energia: «Bisogna abbattere gli oneri sull’aumento delle bollette rispetto all’anno precedente, Iva e accise. Siamo disposti a parlare di qualsiasi soluzione che possa risolvere il problema con le altre forze politiche», ha detto al Tg1.

Siamo in Sicilia, la terra dove si sono scatenati gli scontri più duri tra alleati, risolti con la rinuncia alla candidatura del governatore Nello Musumeci, sostenuto da Fratelli d’Italia e poi rimpiazzato da Renato Schifani. «Il centrodestra è unito grazie a FdI», dice Meloni. L’ex presidente del Senato è sul palco a Catania insieme a Musumeci, il quale gli dice apertamente: «Stai attento al fuoco amico». Ecco l’aria che tira.

La Sicilia è anche approdo di sbarchi, e su questo tema le ricette sono diverse. Per Meloni l’unico modo per risolvere la questione dell’arrivo dei migranti è il blocco navale. La proposta ribadita ormai più volte, «non è per forza un atto di guerra», come dicono i critici, ma è «l’unica proposta seria che si può fare, una missione europea in accordo con le autorità libiche, per aprire in Africa gli hotspot, valutare chi ha diritto di essere rifugiato, mandare indietro gli altri». «Non occorrono i blocchi, basta riapplicare i decreti sicurezza – è la risposta di Salvini –. Al primo Cdm si reintroducono i due decreti sicurezza che hanno funzionato per anni». Quel Consiglio dei ministri Salvini ha l’intenzione di presiederlo, «se gli italiani sceglieranno la Lega». E anche Tajani ricorda che «Forza Italia ha «tante persone», adatte a ricoprire quel ruolo.

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