Da Ita al Meeting di Cl, così l’agenda di Draghi può influenzare il voto

Nel 2020 era semplicemente l’ex banchiere centrale che aveva salvato l’euro, ma quelle parole sembrarono a molti il manifesto per un futuro governo. Oggi torna nelle vesti di presidente del Consiglio uscente, a un mese dal trauma della crisi, deciso a rivendicare i successi del governo di unità nazionale, dalla crescita del Pil al tasso di occupazione record.

Il 21 settembre, a meno di novanta ore dall’apertura delle urne, Draghi sarà invece a New York. È molto probabile che la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina, nel Donbass e nel Sud del Paese sarà ancora in corso, mentre è difficile prevedere se ci sarà un assalto cinese a Taiwan. Dal palazzo di vetro dell’Onu, comunque, il premier lascerà un messaggio al suo successore, sull’importanza di tenere saldi i legami atlantici con le democrazie occidentali contro le autocrazie che minacciano l’ordine mondiale. Sul corollario energetico della guerra, resta, infine, intatta l’intenzione di Draghi di trattare sul tetto al prezzo del gas, appena la Commissione europea renderà nota la sua proposta da sottoporre al Consiglio europeo.

È evidente che gli sherpa del governo saranno immediatamente al lavoro, ma la prima occasione di confronto del premier con i colleghi sarà il vertice informale di Praga il 6-7 ottobre. Solo al Consiglio del 20-21 ottobre a Bruxelles ci dovrebbe essere però la risposta definitiva dei leader Ue sul price cap. Entro il 15 ottobre, i nuovi parlamentari italiani freschi di elezione si saranno già riuniti nella prima seduta delle Camere. In attesa che si formi il nuovo governo, non è da escludere che a quell’appuntamento europeo sarà ancora Draghi ad andare.

LA STAMPA

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.