Questa volta i cittadini vogliono essere rassicurati

In attesa del 25 settembre, chi è grado di fornire rassicurazione agli italiani? È su questo terreno, infatti, che si giocheranno le prossime elezioni. L’impressione è che gli elettori, più che sognare o punire, oggi chiedano di essere confortati. La guerra in Ucraina, l’inflazione, i costi dell’energia, la siccità, la coda della pandemia. La faticosa tenuta della sanità e della scuola. La gestione dell’immigrazione (magari la programmazione, tanto per cambiare?). Una democrazia che, in queste condizioni, cerca rassicurazione non è una democrazia pavida. È una democrazia umana.

I partiti politici dicono di saperlo. In pratica, molti leader agiscono secondo antichi automatismi. Matteo Salvini fatica a cambiare ruolo. Silvio Berlusconi ripropone frasi e stilemi di vent’anni fa. Conte e Fratoianni discutono le alleanze internazionali, e allarmano. Anche i gemelli diversi Calenda e Renzi appaiono fuori sincrono: l’elettorato chiede melatonina, loro offrono adrenalina. Restano Enrico Letta e Giorgia Meloni. Entrambi sembrano aver capito che la nazione spaventata cerca rassicurazione. Tra sei settimane e mezzo, sapremo chi è stato più convincente.

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