Se l’agenda Draghi diventa Smemoranda
Il nodo è che l’Agenda Draghi rappresenta, nei fatti, una vision riformista, improntata al dinamismo e al pragmatismo del raggiungimento dei risultati, e che – come nel caso dei progetti del Pnrr – prevede, per l’appunto, la realizzazione di una serie di riforme. All’antitesi, quindi, del corporativismo ampiamente diffuso nel Paese e di quelle «spinte alla conservazione» di cui, su queste colonne, Stefano Lepri evidenziava la presenza in seno ai programmi della pressoché totalità dei partiti in gara. Ed ecco perché essi – malauguratamente – hanno in larga parte scelto di buttarsi sul “dossier” «Smemorandum Draghi». In attesa che la realtà economica e dei vincoli sovranazionali presenti il conto (perfino più salato del previsto in assenza di riforme quanto mai necessarie e ulteriormente rinviate).
LA STAMPA
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