Primi contatti Renzi-Calenda: ipotesi lista unica con Carfagna candidata premier

Pasquale Napolitano

L’operazione «Terzo Polo», che ricorda il cartello elettorale di Mario Monti nel 2013, parte con l’ostacolo delle firme e lo scontro sulle quote nei collegi e nei posti del listino. E già si litiga sul nome. Calenda parla di «polo del buon senso». Renzi di «terzo polo». Lo schema più accreditato è la lista unica con Mara Carfagna nel ruolo di testa di ariete e candidata premier. Operazione che svela un paradosso: i sostenitori dell’agenda Draghi vorrebbero un altro presidente del Consiglio a Palazzo Chigi al posto dell’ex numero uno della Bce.

Ieri è stata la giornata del primo vero contatto tra Carlo Calenda e Matteo Renzi, dopo la rottura dell’alleanza tra Pd e Azione. Di primo mattino il leader di Italia Viva avrebbe fatto il primo passo, telefonando a Calenda e chiedendo un incontro di persona. Si rincorrono voci sull’incontro. Gli staff negano che nel pomeriggio sarebbe avvenuto il faccia a faccia tra i due leader per definire le basi del percorso comune. Ma fonti di Azione di primo piano confermano il colloquio. Il leader di Azione al Tg 1 taglia corto: «Renzi? Sto raccogliendo le firme, altro non mi interessa». L’ex premier si mostra aperturista: «Se Calenda ha voglia di fare un ragionamento serio noi ci siamo. Se ci sarà da fare questo percorso insieme lo faremo con tutto il nostro entusiasmo. Se non lo vorranno fare, secondo me è un errore».

Al netto delle smentite, il «progetto Terzo Polo» sta per decollare. In pochi giorni con Renzi oltre 10mila volontari per la campagna elettorale. L’orizzonte è comune. Si procede a passo spedito. Il tempo stringe: nel fine settimana vanno depositati i simboli al Viminale. È il primo nodo da sciogliere per il terzo polo: il simbolo (o lista) sarà uno solo o tre? Tre, quanti sono i promotori del Terzo polo o polo del buon senso: Azione, Italia Viva, Lista civica nazionale di Federico Pizzarotti. La fretta fa cadere tutti i veti. L’ex sindaco di Parma spiega: «Da parte mia, non ci sono veti».

In caso di coalizione c’è un ostacolo: la legge fissa una soglia per le coalizioni al 10%. Che però non significa che la coalizione sia obbligata a raggiungere il 10% per avere seggi. Significa solo che se non lo raggiunge, la lista al suo interno che eventualmente non supera il 3% non concorre alla ripartizione dei seggi dell’altra lista che lo supera. Questo meccanismo favorirebbe Azione che dovrebbe raccogliere un consenso superiore a Italia Viva e Lista civica nazionale, fagocitando così tutti i seggi. Azione però ha l’inceppo insormontabile delle firme da raccogliere entro il 20 agosto. Servono più di 50mila sottoscrizioni. Ostacolo che potrebbe essere superato facilmente in caso di lista unica con Renzi: il simbolo lo metterebbe a disposizione Italia Viva. Ma i renziani chiedono una contropartita onerosa: un bel po’ di capilista.

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