Crescita, la crisi ucraina aumenta il divario Nord-Sud. Pnrr a rischio

PAOLO BARONI

Per effetto delle carenze infrastrutturali, solo il 18% degli alunni del Mezzogiorno accede al tempo pieno a Scuola, rispetto al 48% del Centro-Nord, segnala la Svimez (l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) anticipando alcuni dati del suo rapporto annuale. La Basilicata (48%) è l’unica regione del Sud con valori prossimi a quelli del Nord. Per il resto valori bassi si registrano anche in Umbria (28%) e nelle Marche (30%), mentre molto bassi sono quelli di Molise (8%), Sicilia (10%). Gli allievi della scuola primaria nel Mezzogiorno frequentano mediamente 4 ore di scuola in meno a settimana rispetto a quelli del Centro-Nord, rileva il rapporto. La differenza tra le ultime due regioni (Molise e Sicilia) e le prime due (Lazio e Toscana) è su base annua di circa 200 ore e considerando un ciclo scolastico intero (5 anni), gli alunni di Molise e Sicilia perdono circa 1000 ore che corrisponde a circa il monte ore di un anno di scuola primaria. Analoga la situazione delle altre regioni meridionali con l’eccezione della Basilicata.

Mancano mense e palestre
Nel Mezzogiorno circa 650 mila alunni delle scuole primarie statali (79% del totale) non beneficiano di alcun servizio mensa. In Campania se ne contano 200 mila (87%), in Sicilia 184mila (88%), in Puglia 100mila (65%), in Calabria 60mila (80%). Nel Centro-Nord gli studenti senza mensa sono 700mila, il 46% del totale. Circa 550mila alunni delle scuole primarie del Mezzogiorno (66% del totale) non frequentano scuole dotate di una palestra. Solo la Puglia presenta una buona dotazione di palestre mentre registrano un netto ritardo la Campania (170mila allievi senza, 73% del totale), la Sicilia (81%), la Calabria (83%). Nel Centro-Nord gli studenti senza palestra raggiungono il 54%. Il 57% degli alunni meridionali della scuola secondaria di secondo grado non ha accesso a una palestra; la stessa percentuale che si registra nella scuola secondaria di primo grado. Da segnalare che quasi un minore meridionale su 3 (31,35%) nella fascia tra i 6 e i 17 anni è in sovrappeso, rispetto ad un minore su cinque nel Centro-Nord, in Basilicata il 40% (SVIMEZ-UISP, 2021).

Avanti col Pnrr
«Se gli enti locali del Mezzogiorno non dovessero invertire il trend e rendere più efficiente la macchina burocratica – si legge nelle anticipazioni del Rapporto Svimez – avrebbero dei tempi estremamente stretti per portare a conclusione le opere nel rispetto del termine ultimo di rendicontazione fissato per il 2026». Per questo Svimez insiste sulla necessità di dare continuità ai programmi avviati ed utilizzare il Pnrr per colmare il divario di infrastrutture sociali proprio a partire dall’istruzione. Più in generale, sul fronte economico, dal rapporto 2022 riemerge il rischio che il cronico divario Nord-Sud si allarghi a causa dell’incertezza legata alla guerra in Ucraina che finisce per indebolire la ripresa.

Dopo lo choc della pandemia, segnala ancora il Rapporto 2022, l’Italia ha conosciuto una ripartenza pressoché uniforme tra macro-aree. Il rimbalzo del PIL 2021, guidato dal binomio di investimenti privati (in particolare nel settore delle costruzioni) ed export, si è diffuso a tutte le aree del Paese, ma è stato più rapido nel Nord. Contrariamente alle passate crisi, il Mezzogiorno ha però partecipato alla ripartenza anche grazie all’intonazione insolitamente espansiva delle politiche a sostegno dei redditi delle famiglie e della liquidità delle imprese. Il Pil del Mezzogiorno – calato dell’8% nel 2020 (-9% il calo a livello nazionale) – è cresciuto infatti del 5,9% nel 2021 (a fronte di una crescita nazionale del +6,6%) recuperando di fatto nel biennio 2020-2021 i livelli pre-pandemia.

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