Di Maio: «Qualcuno cerca il pretesto per creare un incidente. Ma se si va al voto adesso si porta il Paese nel baratro»
Crisi scongiurata, o Conte uscirà nonostante la mediazione di Mattarella?
«Il presidente Mattarella continua a
essere una guida indispensabile e non smetteremo mai di ringraziarlo.
Sulla crisi di governo ci auguriamo che prevalgano in tutti i leader di
partito responsabilità, serietà e senso delle istituzioni. Temo però che
qualcuno stia solo cercando il pretesto per generare l’incidente di
percorso. Sarebbe grave, perché premeditare un incidente per andare al
voto anticipato significa non comprendere che siamo davanti a una
situazione emergenziale».
Salvini può scavalcare Conte e uscire dal governo prima ancora del M5S?
«Tutti ci ricordiamo del Papeete, ho
paura che qualcuno voglia emulare quel gesto. Andare al voto adesso
significa bruciare i fondi del Pnrr e rischiare di andare in esercizio
provvisorio perché non potremmo approvare la legge di bilancio. Invece
di trasformare questa fase in un momento di ripresa, porteremmo il Paese
nel baratro».
Draghi dice che non guiderà un altro governo, dunque a cosa serve la sua «scialuppa» di salvataggio?
«I gruppi parlamentari di Insieme per
il futuro saranno in ogni caso i garanti della stabilità dell’esecutivo,
che non può subire ricatti da nessuna forza politica. La libertà e il
coraggio dei parlamentari, ai quali si aggiungono eurodeputati e
consiglieri regionali e comunali, dimostrano che è finita l’era delle
ambiguità, della propaganda, degli slogan. Siamo all’inizio ma già sui
territori c’è entusiasmo. Hanno sposato questo progetto persone nuove,
espressione di mondi diversi, che trovano coerenza nella nostra scelta e
nelle nostre idee».
Draghi ha «suggerito» la scissione, come teme Conte?
«Per carità, facciamo i seri. Non si
cerchino scuse per tirarsi fuori. Serve il sostegno di tutti, il governo
va rafforzato sempre di più».
Draghi ha smentito di aver chiesto a Grillo la testa di Conte, ma lui non ci crede. Il caso non è chiuso?
«Hanno smentito entrambi i diretti
interessati. La questione è chiusa. Dispiace per chi l’ha usata per fini
propagandistici contro il Paese».
Il governo reggerà al quarto decreto sulle armi?
«Le forze politiche hanno votato
l’ennesima risoluzione per sostenere l’Ucraina. L’Italia è impegnata a
ricercare la pace con tutte le forze, ma Putin non intende sedersi al
tavolo e il suo esercito continua a uccidere innocenti. L’Ucraina ha il
diritto di autodifendersi e va sostenuta».
Grillo le ha dato del Giuda. I suoi ex amici, Di Battista e Fico, la trattano come un «traditore» che si è venduto per una poltrona.
«Auguro loro di raggiungere altri successi come quelli di questi anni, ad esempio il 33% alle Politiche del 2018».
Se Insieme per il futuro non è una operazione per il potere, ci spiega perché l’Italia ha bisogno di questa nuova forza?
«Insieme per il futuro non è un
partito personale, è la base di un nuovo progetto che deve aggregare e
allargarsi sempre di più alla società civile, agli amministratori locali
e regionali che più di tutti hanno aiutato gli italiani. Nei prossimi
giorni aderiranno già i primi sindaci. Dopo l’estate lanceremo una
grande convention di idee dove si parlerà di temi e di futuro».
Per Pagnoncelli lei parte con il 2,3%.
«Questo progetto è solo la base di partenza di un percorso lungo e ambizioso. Questa convention
ci darà l’opportunità di aggregare nuove personalità che vogliono
costruire con noi questo percorso. Stiamo già coinvolgendo chi ha voglia
di mettersi in gioco e dare un contributo concreto per il Paese. La
macchina si è messa in moto, sto programmando incontri con i tanti
amministratori locali che ci riempiono di ottimismo, affetto e fiducia».
Sarà lei il federatore del centro «draghiano»? Dovrà vedersela con Sala, Calenda, Carfagna, Toti, Renzi…
«Evitiamo di tirare in mezzo il
presidente Draghi. Poi non c’è cosa più sbagliata di parlare di
federatori e personalismi. Non esiste “io”, ma “noi”. Insieme possiamo
fare qualcosa di innovativo».
Si batterà per una legge elettorale proporzionale?
«Le priorità sono altre, ma se abbiamo
l’obiettivo di parlare al territorio serve una legge elettorale in
grado di coinvolgere di più i cittadini».
Entrerà nel campo largo, o nel Pd? Ed è disposto ad allearsi con Conte per battere la destra sovranista?
«In questo progetto non c’è spazio per sovranismi, populismi ed estremismi».
La pace è lontana. La diplomazia ha fallito? E come sono realmente i nostri rapporti con la Russia?
«La diplomazia è in azione, ma ogni
tentativo di mediazione è fallito per colpa di Putin. Zelensky ha più
volte dato segnali di apertura, che Putin ha sempre respinto. Con Mosca
il canale resta aperto tramite la nostra ambasciata, che non ha mai
smesso di lavorare. La via è la soluzione diplomatica, ma la tregua si
raggiunge solo se l’esercito russo la smette di bombardare i civili
ucraini»».
Draghi definì Erdogan «un dittatore di cui si ha bisogno». Lei cosa si aspetta dalla missione in Turchia?
«È un Paese chiave, abbiamo molto apprezzato i tentativi di mediazione tra Russia e Ucraina. Il vertice ad Ankara sarà anche un importante passo per favorire il dialogo tra le parti e ritrovare la pace».
CORRIERE.IT
Pages: 1 2