Giorgia Meloni candidata premier? Forse no: centrodestra, l’ultima clamorosa idea

Da persona intelligente sicuramente pensa che la pur giusta ambizione politica personale non deve compromettere il risultato di una coalizione che è maggioritaria nel Paese. Oltretutto lei è ancora molto giovane, ha tempo e forse può ritenere opportuno fare un’esperienza di governo forte prima di puntare alla leadership dell’esecutivo. Potrebbe essere lei stessa dunque a proporre di cancellare la vecchia idea secondo cui il candidato premier del centrodestra è il leader del partito più votato. Oltretutto aveva un senso nel ’96, nel 2001 o nel 2008, quando Berlusconi, che era il fondatore e il federatore della coalizione, guidava un partito che aveva quattro volte i voti degli alleati, ma non oggi che hanno tutti consensi a due cifre.

SOLIDA ESPERIENZA
Il Centrodestra potrebbe adottare una soluzione analoga a quella del centrosinistra nel 1996, quando fu lanciato Romano Prodi come premier con l’Ulivo. Sarebbe per il Centrodestra un candidato non di partito, ma di coalizione, che condivide i valori e il programma dell’alleanza ed essendo super partes potrebbe fare sintesi di tutte le sue diverse anime. Inoltre può essere un candidato con solida esperienza di governo ed esperienza internazionale che potrebbe affrontare le tempeste che si annunciano nel prossimo futuro con la competenza necessaria, senza prestarsi all’accusa di “avventurismo” che da Sinistra e dal partito mediatico arriverebbe se si trattasse di un leader senza requisiti di esperienza, preparazione e di rapporti internazionali. Si tratta solo di superare qualche incomprensione personale nella coalizione. Il Centrodestra è atteso a questa prova di maturità politica che, se superata, può portarlo al governo per cinque anni.

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